Lo scopo di questo studio di Edwards R.B. e altri della “School of Exercise Science” (Australian Catholic University, Melbourne) è stato quello di confrontare le esigenze cardiometaboliche della corsa su un tapis roulant non motorizzato curvo, con la corsa su terreno e il tapis roulant motorizzato. Il decremento dell’economia di corsa osservato durante la prova su tapis roulant curvo non motorizzato era correlato negativamente alla massa corporea, indicando che i corridori più leggeri dovevano lavorare a un’intensità relativa maggiore per superare la resistenza de nastro del tapis roulant. Questi dati dimostrano la maggiore richiesta cardiometabolica associata alla corsa a una data velocità sul tapis roulant curvo non motorizzato. È fondamentale che queste differenze vengano prese in considerazione quando si prescrivono le intensità di allenamento sul tale tapis roulant o si traducono i dati di laboratorio verso l’ambito di preparazione atletica.
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Il tapis roulant motorizzato è biomeccanicamente paragonabile alla corsa su terreno?
Nel complesso, i risultati indicano che la biomeccanica della corsa su tapis roulant meccanico è in gran parte paragonabile alla biomeccanica della corsa su terreno, ma differisce tuttavia su diversi aspetti. Queste differenze probabilmente derivano da:
– Differenze nella rigidità della superficie del tapis roulant e dei diversi terreni;
– Insufficiente esperienza e familiarità di corsa su tapis roulant;
– Potenza del motore del tapis roulant insufficiente e dimensioni del nastro limitanti;
– Differenze nella resistenza dell’aria a velocità di corsa più elevate;
– Alterata percezione della velocità.
I ricercatori, i medici e gli atleti dovrebbero quindi prendere in considerazione questi fattori per ridurre al minimo le differenze biomeccaniche della corsa tra tapis roulant e terreno. La riduzione al minimo di queste differenze biomeccaniche può a sua volta migliorare i criteri della ricerca e le analisi dell’andatura e migliorarne il trasferimento all’allenamento.
Differenze nell’assorbimento di ossigeno, ma uguale spesa energetica tra prove brevi di ciclismo e corsa
Nello studio in questione si è tentato di equiparare la produzione di lavoro (250 watt in 1 minuto) tra il ciclismo, non steady state, e la corsa in salita. Gli studiosi hanno così ipotizzato che le stime del turnover di ATP, sia aerobico, che anaerobico, in contrapposizione alle misurazioni fatte esclusivamente tramite l’ossigeno, indicherebbero che non c’è differenza nell’esercizio e nel dispendio energetico totale di prove di 1 minuto equivalenti in termini dil lavoro, tra ciclismo intenso e corsa in salita.
In effetti nei risultati le misurazioni dell’assorbimento di O2 nell’esercizio, △ lattato nel sangue ed EPOC modificati, promuovono l’ipotesi di una somiglianza nell’esercizio e del dispendio energetico totale tra prove di 1 minuto di ciclismo e di corsa in salita.
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