Nel 2800 a.C. il “Lingzhi”, questo il nome originale del Ganoderma lucidum, in un manuale di medicina cinese viene descritto come rimedio di “classe superiore” ricco di effetti benefici e senza effetti collaterali. E’ apprezzato per diminuire la disattenzione, aguzzare l’intelligenza, migliorare la memoria, rafforzare la volontà e rilassare la mente disturbata e senza riposo. In realtà, è diffuso un po’ ovunque, non solo in Oriente, come lo testimonia il fatto che le popolazioni indigene del Messico lo hanno sempre utilizzato in numerose malattie, in particolare nella prevenzione e cura delle malattie cardiache. Negli ultimi 40 anni, il “Reishi”, grazie alle ricerche di migliaia di scienziati, con le più moderne tecnologie hanno confermato i suoi notevoli benefici.
Negli ultimi decenni, la ricerca biologica e farmacologica relativa al Gandorerma lucidum si è concentrata sui composti bioattivi estratti dai suoi “corpi fruttiferi” e questi includono polisaccaridi, triterpeni, steroli, proteine e peptidi. I polisaccaridi rappresentano uno dei componenti più abbondanti nel Ganoderma lucidum, contribuendo a un grande gruppo di componenti bioattivi con numerose attività biologiche, tra cui antiossidanti, anti-fatica, attività antitumorale, antinfiammatoria, immunomodulazione, ipoglicemizzante e ipolipidemica (1)
Nel 2016 una importante rivista di Revisioni la “Cochrane Systematic Review” ha sottolineato l’effetto positivo del Ganoderma lucidum nel trattamento in prima linea contro il cancro (2). Il Ganoderma lucidum, infatti, cita la conclusione della Revisione, potrebbe essere somministrato in aggiunta al trattamento convenzionale in considerazione del suo potenziale di miglioramento della risposta tumorale e di stimolazione dell’immunità dell’ospite; è stato ben tollerato dalla maggior parte dei partecipanti agli studi e nessuna tossicità maggiore è stata osservata in tutti gli studi, ma studi futuri dovrebbero porre l’accento sul miglioramento della qualità metodologica e sono necessarie ulteriori ricerche cliniche sull’effetto di Ganoderma lucidum sulla sopravvivenza a lungo termine del cancro (2).
Recentemente, molte linee di studi hanno chiarito gli effetti terapeutici delle sue estrazioni su varie lesioni renali acute (AKI) e patogenesi della malattia renale cronica (CKD), tra cui malattia renale policistica autosomica dominante, nefropatia diabetica, danno ossidativo renale tubulare prossimale e processo fibrotico, lesioni da riperfusione ischemica renale, danno renale indotto da cisplatino, nefropatia indotta da adriamicina, malattie renali proteinuriche croniche. Negli ultimi anni, le malattie renali hanno gradualmente suscitato attenzione a causa della loro prevalente espansione in tutto il mondo e della mancanza di terapie efficaci. Sebbene la patogenesi complicata delle malattie renali, come la lesione renale acuta (AKI) e le malattie renali croniche (CKD) siano state studiate intensamente. La morbilità e la mortalità di AKI e CKD continuano ad aumentare. Grazie all’esperienza convenzionale e alle caratteristiche multi-target, i prodotti naturali sono stati sempre più riconosciuti come una fonte alternativa per il trattamento delle malattie renali (3).
Molte sono negli ultimi anni le revisioni che si sono concertate sugli aspetti salutistici benefici e straordinari di questo fungo, ma tuttavia, l’uso del Ganoderma nell’immunoterapia antitumorale è scarsamente chiarito. In uno revisione del 2018 Cao Y. e altri, (4) hanno analizzato 2.398 articoli in lingua inglese e 6.968 articoli in lingua cinese pubblicati tra il 1987 e il 2017 utilizzando i dati bibliografici, tramite la cosiddetta “bibliometria”. La bibliometria è un metodo di analisi documentale che può contare e analizzare un gran numero di articoli e monitorare le tendenze della ricerca (Kim e Park, 2011).
Una crescita costante del numero di pubblicazioni è stata osservata prima del 2004, seguita da un aumento esponenziale tra il 2004 e il 2017. La categoria più comune di pubblicazioni su Ganoderma è stata “Pharmacology and Pharmacy”, in cui le sottocategorie più popolari erano immunomodulazione (25,60%) e trattamento del cancro (21,40%). Cina, Stati Uniti, Malesia, Giappone e Corea del Sud sono i leader mondiali nella ricerca Ganoderma, sulla base dei risultati e della stretta collaborazione tra gli 84 paesi attivi nell’area di ricerca. Sorprendentemente, la produzione della Cina è circa il 20% della produzione totale, il che le dà la più alta produzione di questi paesi. Sulla base di una grande mole di dati, questi risultati hanno rivelato una nuova tendenza, che è stata l’uso di Ganoderma nella ricerca sull’immunoterapia del cancro.
Inoltre questa revisione ha fornito una panoramica dei componenti bioattivi e degli effetti immunomodulatori combinatori per l’uso del Ganoderma nel trattamento del cancro, compresi i principali percorsi delle cellule immunitarie. Le proteine immunomodulanti e i polisaccaridi sono i principali fattori bioattivi responsabili dell’immunoterapia antitumorale e le vie NF-κB e MAPK sono le vie principali maggiormente studiate. I risultati indicano che il Ganoderma ha un’applicazione ad ampio spettro per il trattamento del cancro attraverso la regolazione del sistema immunitario.
La produzione di Ganoderma avviene principalmente attraverso la coltivazione artificiale, che ha fornito un’abbondanza di funghi sul mercato; la resa ha già superato quella del Ganoderma selvatico (Chen et al., 2017). I metodi utilizzati per l’identificazione di Ganoderma includono microscopia, TLC, spettroscopia, cromatografia, fingerprinting chimico e sequenziamento del DNA. IL Ganoderma è usato anche per il trattamento clinico di bronchite cronica, asma bronchiale, leucopenia, cardiopatia coronarica, aritmia ed epatite infettiva acuta. Tuttavia, al momento, non ha il potenziale per essere usato come terapia di prima linea, ma solo come aggiunta alla terapia convenzionale in ambito clinico (Gao e Zhou, 2003; Unlu et al., 2016).
I farmaci chimici per il trattamento del cancro, come il cisplatino e la ciclofosfamide, possono causare effetti collaterali, come la nefrotossicità, che sono dannosi per la qualità della vita dei pazienti (Aguirre-Moreno et al., 2013). Oltre a questa tossicità, la resistenza di alcune cellule cancerose al trattamento ha portato alla necessità di valutare approcci alternativi. Pertanto, la chemioterapia non soddisfa completamente le necessità del trattamento e l’immunoterapia è un metodo alternativo promettente in quanto provoca meno effetti collaterali. L’uso dell’immunoterapia antitumorale ha ottenuto l’accettazione perché le cellule immunitarie svolgono un ruolo importante nel controllo del cancro (Blattman e Greenberg, 2004). Le cellule immunitarie possono identificare le cellule cancerose come pericolose e di conseguenza attaccarle; pertanto, l’uso di vaccini contro il cancro per il trattamento di tumori in crescita è considerato un’eccellente strategia terapeutica (Rosenberg et al., 2004). I medicinali a base di erbe sono stati anche esaminati in studi clinici per l’immunoterapia del cancro. Shing et al. scoperto che un trattamento di 6 mesi con G. lucidum ha aumentato le risposte linfo-proliferative indotte dal mitogeno nei bambini immunocompromessi con tumori (Shing et al., 2008).
Precedenti studi hanno esaminato gli effetti antitumorali e/o immunomodulatori del Ganoderma lucidum e i loro potenziali meccanismi immunologici (Lin e Zhang, 2004; Xu et al., 2011). Molti studi farmacologici e clinici hanno dimostrato che Ganoderma può svolgere un ruolo antitumorale attraverso la regolazione del sistema immunitario (Boh et al., 2007). Gli effetti terapeutici di Ganoderma sono attribuiti alle proteine fungine di immunomodulazione (FIP), polisaccaridi e triterpeni.
Nel 2008, Shing e altri, come si legge nella Revisione di Cao Y. e altri (4), hanno scoperto che un trattamento di 6 mesi con Ganoderma lucidum ha aumentato le risposte linfoproliferative indotte dal mitogeno in bambini con tumore immunocompromesso (Shing et al., 2008). Nel 2012 uno studio pilota ha suggerito che la polvere di spore di Ganoderma lucidum ha avuto effetti benefici sull’affaticamento correlato al cancro e sulla qualità della vita in 48 pazienti con carcinoma mammario sottoposti a terapia endocrina, senza effetti avversi significativi. Il gruppo sperimentale ha apportato miglioramenti statisticamente significativi nei settori del benessere fisico e della sottoscala della fatica dopo l’intervento (Zhao et al., 2012). Inoltre, uno studio su cinque pazienti con carcinoma ginecologico ha mostrato che hanno raggiunto la stabilità della malattia dopo l’ingestione di “Lingzhi” sotto forma di estratto di acqua e spore (Suprasert et al., 2014). Alcuni benefici modesti sono stati riscontrati anche quando il fungo è stato somministrato con chemioterapia standard (Chen e Alpert, 2016) (3)
A Febbraio di quest’anno sul “International Journal of Biological Macromolecules” è stata pubblicata una Revisione di Lu J. e altri, in cui sono stati riassunti i meccanismi attualmente stabiliti dei polisaccaridi bioattivi estratti da G. lucidum (GLP) (1). I GLP sono stati ampiamente studiati per le loro varie attività biologiche, come attività antiossidanti, antitumorali, antinfiammatorie, antivirali, antidiabetiche e immunomodulanti e possono anche essere usati come farmaco accessorio nel trattamento del cancro. I GLP sono generalmente combinati con inulina, 5-fluorouracile (5FU) e doxorubicina (DOX) e non solo migliorano gli effetti tossici o ipoglicemici di questi farmaci, ma riducono anche la loro tossicità e proteggono le cellule non maligne dall’accumulo di specie reattive dell’ossigeno (ROS).(1)
Come il loro meccanismo immunomodulante, i GLP attivano macrofagi, NK, neutrofili, linfociti T, linfociti B e linfociti T citotossici (CTL) e promuovono l’espressione di citochine, come TNF-α, IFN-c, e IL-1β. Alcuni tumori comuni che i GLP possono colpire e i loro principali meccanismi antitumorali sono mostrati in figura 1.
Figura 1: azione dei GLP in diversi siti del corpo. Le attività antitumorali dei GLP verso i tumori comuni (figura in alto) e il meccanismo antitumorale generale dei GLP (figura in basso).
I meccanismi antitumorali dei macrofagi sono stati descritti da De Silva e altri (5), Feng H. e altri (6) e Chan C.F. e altri (7), i quali hanno ipotizzato che i β-glucani, come i GLP, vengano prima assorbiti nell’intestino tenue prossimale, quindi si decompongano in frammenti micromolecolari (possono essere monosaccaridi o oligosaccaridi) e vengano trasportati nel midollo osseo e nel sistema reticolare endoteliale, per essere infine catturati dai macrofagi. Questi frammenti micromolecolari vengono quindi rilasciati dai macrofagi attivati e ricevuti da granulociti, monociti e cellule dendritiche (DC) circolanti. In sintesi la risposta immunitaria innata inizia con l’aiuto dei GLP. Ad esempio gli NK (cellule Natural Killer, sono una classe di cellule citotossiche del sistema immunitario, particolarmente importanti nel riconoscimento e distruzione di cellule tumorali o infette da virus con un meccanismo d’azione che viene definito “naturale”) secernono sostanze chimiche che distruggono le cellule tumorali distruggendo le membrane cellulari e i neutrofili colpiscono efficacemente le cellule bersaglio attraverso la fagocitosi mediata dalle cellule. Inoltre viene attivata la memoria immunologica e i linfociti T, i linfociti B e il CTL iniziano a funzionare.
Un altro meccanismo antitumorale dei GLP comporta la limitazione della proliferazione e l’induzione dell’apoptosi delle cellule tumorali. I GLP riducono anche l’espressione dell’integrina per inibire l’adesione delle cellule tumorali. I GLP hanno la capacità di riattivare il mutante p53 nelle cellule tumorali del colon-retto e p53 è un efficace soppressore del tumore che può arginare la riproduzione di cellule contenenti lesioni oncogene attraverso molti percorsi (inibizione della crescita, apoptosi o senescenza, modulazione dello stroma tumorale, angiogenesi e metabolismo e interruzione dell’invasione).
I GLP sono anche ampiamente usati per regolare la flora intestinale. I GLP sulla somministrazione orale hanno la capacità di regolare le funzioni biologiche intestinali aumentando la ricchezza di microbiota (8).
I GLP aumentano notevolmente l’abbondanza relativa di Lachnospiraceae, Roseburia e Lactobacillus, rivelando un potenziale meccanismo terapeutico per il trattamento della pancreatite cronica modulando il microbiota intestinale (9), infatti in una Revisione recentissima di Maggio di quest’anno di Tang C. e altri, è stato visto che il Ganoderma lucidum potrebbe avere degli effetti sotto regolatori di nefasti precursori del tumore al pancreas (10)
Uno studio sui ratti ha mostrato che somministrati due volte al giorno con una media di 0,1 g di GLP grezzo potrebbe contribuire ad effetti di abbassamento lipidico e di antiossidanti lipidico. Gli effetti sono stati attraverso la riduzione dell’aumento di peso corporeo (GL), il rapporto efficienza alimentare (FER), i livelli di triacilglicerolo plasmatico (TG), il colesterolo totale plasmatico (TC) e il colesterolo lipoproteico a bassa densità (LDL-C), il peso del fegato, valori di malondialdeide (MDA), aumentando il livello di grasso nelle feci, colesterolo e colesterolo lipoproteico ad alta densità (HDL-C) e siero SOD e glutatione perossidasi (GPx) (11), mentre un’altra ricerca ha dimostrato che i GLP hanno effetto benefico antiossidante nel pancreas diabetico (12).
Un altro studio sui ratti ha mostrato che somministrati giornalmente con 0,5-2,0 mg/g di GLP grezzi potrebbero calmare l’espressione dell’elemento infiammatorio, tra cui NO sintasi (iNOS), cicloossigenasi 2 (COX2), TNF-α, nu-clearfactor-κB (NF-κB) eIL-6; inoltre un altro agente antinfiammatorio potenzialmente favorevole, un polisaccaride solfatato del Ganoderma lucidum, il GLPss58, potrebbe inibire anche l’infiammazione mediata dal sistema del complemento e dalle citochine (13).
La Revisione di Lu J. e altri (1) mette in evidenza come esistano diversi metodi di estrazione utilizzati per preparare i GLP durante i diversi periodi di crescita (dalle spore, dal micelio e dal corpo fruttifero del Ganoderma lucidum), che offrono diversi GLP con varie caratteristiche strutturali e bioattività. Numerosi sono i meccanismi di bioattività dei GLP, come attività antiossidanti, immunomodulanti, ipoglicemizzanti, antitumorali, ipolipidemici e lipidici e anti-infiammatorie. Vengono inventati nuovi tipi di farmaci contenenti GLP, ad esempio nanocompositi e liposomi contenenti farmaci antitumorali con prestazioni migliorate. In campo antitumorale i GLP vengono usati per via della loro non tossicità e hanno il vantaggio naturale dell’idrofilia durante l’assorbimento se usati come parte di un farmaco antitumorale composto multiplo. Inoltre i polisaccaridi modificati del Ganoderma lucidum avranno una migliore attività antitumorale e targeting per tumore nel prossimo futuro.
Il Ganoderma lucidum agisce contro i microrganismi patogeni e contro le infiammazioni ed è utile nella prevenzione e nella cura delle infezioni delle vie aeree, come faringiti, tonsilliti, bronchiti, influenza, e delle infezioni delle vie urinarie, come cistiti. Da un lato rafforza le difese immunitarie contro i germi patogeni come hanno dimostrato molti ricercatori è un antivirale, efficace nelle malattie da virus (herpes, papilloma ma anche virus HIV e dell’epatite C) (14).
È un antinfiammatorio in grado di produrre risultati simili a quelli del cortisone e rappresenta un’ottima alternativa ai cortisonici (15,16), inoltre il “Reishi” agisce anche come antidolorifico (17) e rafforza efficacemente le difese immunitarie anche nelle diverse forme di allergie e nell’asma. Elimina la produzione di anticorpi patogeni, le IgE anti-pollini, polvere o altre sostanze, che causano le malattie allergica. Infatti ripristina l’immunità cellulare Th1, la prima linea di difesa e inoltre è altrettanto utile nelle dermatiti infiammatorie, allergiche, da contatto, negli eczemi e nell’orticaria, agendo direttamente sul derma; infatti le donne in Cina, Giappone grazie all’assunzione del Reishi hanno quella pelle meravigliosa senza età (18), riporta in piena efficienza il sistema immunitario, che non gradualmente non produce più gli autoanticorpi, che sono responsabili delle malattie autoimmuni, che attaccano alcune parti dell’organismo, che dunque diventano delle vittime inconsapevoli e agisce contro la causa e i sintomi in queste patologie: tiroidite di Hashimoto, morbo di Basedow, artrite reumatoide, LES (lupus eritematoso sistemico) sindrome di Sjögren, miastenia, sclerodermia, connettivite autoimmune e altre ancora.
Il Lingzhi, aumenta la concentrazione delle IgA salivari, anticorpi che proteggono la bocca da microrganismi, prevenendo la stomatite (19), risulta molto efficace nella gastrite ed è molto efficace nell’eliminazione dell’Helicobacter pilori; nell’intestino la sua azione, di cui ho già descritto in precendenza gli effetti, ma è anche importante contro la stitichezza, nelle intolleranze alimentari e nelle emorroidi. Utile nel morbo di Crohn, in cui permette di ridurre la patologia (20,21).
Il Reishi è un epatoprotettore che si prende cura del fegato, sostenendone le complesse funzioni depurative e produttive e liberandolo dai sintomi di mal funzionamento. È ricco, infatti, di enzimi depurativi e antiossidanti e combatte i virus che attaccano quest’organo. Riporta nella norma le transaminasi elevate, sia quando il fegato è intossicato, sia quando è “ingrossato” per il patologico l’accumulo di grasso (steatosi epatica), sia quando è affetto da epatite A, B e C (21).
Questo fungo protegge il rene, e dà un ottimo aiuto ridurre le patologie renali, come nefrite, nefrosi, glomerulo-sclerosi focale segmentaria (GSFS) e insufficienza renale, con due meccanismi d’azione efficaci: l’azione antinfiammatoria simil-cortisonica e l’aumento del flusso di sangue, che raggiunge il rene, che le malattie renali diminuiscono in modo patologico creando malattia (22,23), agisce anche positivamente sull’iperplasia benigna della prostata, una malattia caratterizzata da un ingrossamento di questa ghiandola, che ostacola il flusso urinario, essendo in grado sia di migliorare il flusso urinario sia di ridurre l’aumento di volume della prostata (24).
Questo fungo è utile contro ansia e insonna grazie all’adenosina, rasserena i centri predisposti all’alternanza sonno-veglia e inoltre migliora le funzioni psichiche in generale, anche attraverso il maggior afflusso di sangue nel distretto cerebrale; porta serenità e benessere nel corpo e nello spirito (25).
Nei confronti delle malattie neurologiche è utile, perché aumenta la circolazione cerebrale, rallenta la degenerazione delle cellule nervose e favorisce la riparazione delle parti danneggiate (26). Nel morbo di Parkinson, il Reishi protegge dalla degenerazione i neuroni dopaminergici del centro cerebrale (sostanza nera) che comandano il movimento (27).
Il Reishi è veramente eccellente nella prevenzione e nella cura delle malattie cardiovascolari, in particolare nelle extrasistoli, nelle tachicardie, nelle aritmie e nelle sindromi da elevato rischio coronarico (28,29). Le sue qualità dipendono dall’adenosina, che essendo un ottimo vasodilatatore, aumenta la portata sanguigna delle arterie coronarie, aumenta la forza del cuore e normalizza il ritmo.
Il Ganoderma lucidum stimola le ovaie a produrre gli ormoni femminili carenti e le cellule dell’apparato femminile a migliorare la sensibilità all’azione ormonale. Migliora le irregolarità mestruali, aiuta la fertilità e la gravidanza, riduce i sintomi dell’endometriosi, tiene lontani i fibromi e ne contrasta i sintomi. Le donne in Cina e in altri paesi dell’Asia orientale lo usano come rimedio di base per la prevenzione e nella cura di queste patologie (30).
Riferimenti Bibliografici
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