La crescente popolarità del ciclismo sta stimolando una vasta ricerca nel campo della fisiologia dell’esercizio al di là delle prestazioni degli atleti d’élite, con diversi studi che indagano le risposte all’esercizio nei ciclisti amatoriali. La modifica della cadenza di pedalata durante l’esercizio ad intensità moderata influisce su una serie di risposte fisiologiche: a una potenza costante e moderata, l’aumento della cadenza provoca un aumento della frequenza cardiaca (FC), del consumo di ossigeno (VO2), della produzione di anidride carbonica (VCO2) e del tasso di percezione sforzo e lattato. Elevate cadenze di pedalata aumentano la domanda metabolica dei muscoli scheletrici, che fino a un certo punto può essere compensata da un corrispondente aumento della funzione cardio-respiratoria, che aumenta la velocità di assorbimento di ossigeno polmonare e l’apporto di ossigeno a livello sistemico. Al contrario basse cadenze di pedalata aumentano la pressione intramuscolare durante il periodo di contrazione muscolare, con un effetto dimensionale associato alla forza generata dalla contrazione muscolare. Questo fenomeno riduce o impedisce, temporaneamente, la perfusione sanguigna nel muscolo in contrazione e nei tessuti a valle. Inevitabilmente durante l’esercizio in bicicletta le basse cadenze sono anche associate a periodi di rilassamento muscolare proporzionalmente più lunghi, quando la perfusione è aumentata. Al momento non è chiaro se il periodo di contrazione più lungo e le maggiori forze del pedale a una cadenza inferiore possano determinare un’ossigenazione inadeguata dei muscoli.
L’effetto della cadenza di pedalata sull’ossigenazione dei muscoli è stato esplorato in modo piuttosto esteso in tempo reale mediante la spettroscopia nel vicino infrarosso (NIRS).
È una tecnica diagnostica non invasiva ed in tempo reale, in grado di misurare l’ossigenazione tissutale utilizzando strumentazioni portatili, relativamente a basso costo. Queste caratteristiche la rendono strumento di grande valore potenziale nell’assistenza perinatale. La NIRS utilizza un mezzo innocuo per studiare i tessuti biologici, la radiazione ottica, precisamente la banda spettrale nel vicino infrarosso – NIR, 700-950 nm). Utilizzando dunque diverse lunghezze d’onda della luce infrarossa per stimare l’emoglobina e la mioglobina nel tessuto d’interesse, misurando i loro cambiamenti totali (tHb), così come i cambiamenti nelle forme ossigenata (OxyHb) e deossigenata (HHb). La NIRS non è in grado di rilevare differenze tra i segnali dell’emoglobina e della mioglobina, quindi il contributo della mioglobina al segnale complessivo può esserci. Tuttavia l’ipotesi che la maggior parte del segnale NIRS sia determinata dall’emoglobina è supportata da diversi studi eseguiti nel corso del tempo. L’ossigenazione del muscolo scheletrico può quindi essere espressa in termini di indice di saturazione dei tessuti (TSI), il rapporto tra OxyHb e tHb. Il TSI fornisce un indice generale di ossigenazione del muscolo scheletrico, mentre OxyHb e HHb stimano il rilascio e l’estrazione di ossigeno a livello del tessuto.
Quando la potenza viene aumentata durante l’esercizio in bicicletta a una determinata cadenza di pedalata, l’HHb aumenta e la saturazione dei muscoli scheletrici diminuisce. Non è così chiara la risposta dell’ossigenazione del muscolo scheletrico a diverse cadenze di pedalata a potenza costante. Skovereng e altri hanno riportato che aumentando la cadenza da 60 a 110 giri al minuto (rpm), in una sequenza incrementale a un carico di lavoro pari al 75% della soglia del lattato, diminuisce l’ossigenazione dei muscoli scheletrici. Tuttavia la cadenza di pedalata non ha avuto effetti significativi sugli indici di ossigenazione del muscolo durante l’esercizio, quando le cadenze sono state testate in modo randomizzato (in base alle uscite di potenza al di sotto della soglia ventilatoria – Tvent). Ad esempio, Koulanakis e Geladas non hanno riportato alcun cambiamento nella TSI tra 40 e 80 rpm, quando le cadenze sono state testate in una sequenza casuale a una potenza in uscita pari al 60% del VO2max. Takaishi e altri e Zorgati e altri, inoltre, non hanno riportato cambiamenti evidenti nell’ossigenazione tra le cadenze, quando queste sono state testate in una sequenza randomizzata. Questi studi differiscono in termini di disegno sperimentale, inclusa la potenza, gli intervalli di cadenza e la sequenza in cui sono stati testati, il che può in parte spiegare alcune differenze nei loro risultati. Sono stati inoltre effettuati numerosi studi per determinare la cadenza di pedalata ottimale per delle prestazioni di ciclismo efficienti a una data potenza. Tuttavia non è stato raggiunto un chiaro consenso con alcuni studi che favoriscono una cadenza bassa e altri una cadenza più alta, evidenziando anche le diverse risposte osservate tra ciclisti d’élite e amatoriali, in cui i ciclisti d’élite si allenano specificamente ad alta cadenza. Aumentare la cadenza durante l’esercizio a Tvent può influenzare l’ossigenazione dei muscoli scheletrici [15], ma nessuno studio fino ad oggi ha esplorato l’effetto dell’alterazione della cadenza sulla TSI quando si pedala a Tvent. In questo contesto lo scopo dello studio di Formenti e altri è stato quello di indagare gli effetti della diversa cadenza di pedalata sulle risposte di ossigenazione sistemica e del vasto laterale al ciclismo a una potenza costante pari al 100% della Tvent in partecipanti con diversi livelli di esperienza ciclistica. Abbiamo ipotizzato che l’ossigenazione dei muscoli scheletrici sarebbe inferiore sia alle cadenze basse (40 rpm) che alte (90 rpm), a causa degli effetti della perfusione sanguigna intermittente e del rapporto insufficiente consegna di ossigeno-assorbimento, rispettivamente.
Metodi
- Partecipanti
Ogni partecipante ha dato il proprio consenso informato prima di prendere parte allo studio. Nove partecipanti sani (maschio/femmina= 6/3), con un’età da 21 a 55 anni, sono stati reclutati e hanno completato lo studio. In termini di livelli di attività, 2 partecipanti erano triatleti a livello regionale con 3 anni di esperienza, 6 erano regolarmente impegnati in esercizio moderato e intenso e 1 era impegnato in un’attività fisica molto leggera solo occasionalmente. - Protocollo sperimentale
Stima della soglia ventilatoria
La soglia ventilatoria per tutti i partecipanti è stata misurata con un test a rampa incrementale. I partecipanti hanno pedalato a 60 rpm contro un’uscita di potenza esterna a partire da 20 o 30 W rispettivamente per i partecipanti di sesso femminile e maschile (media ±SD; potenza di uscita di partenza 28 ± 4W). La potenza di uscita esterna è aumentata di 10,15,20,25 W/minuto a seconda della forma fisica stimata del partecipante (tasso di aumento della potenza esterna di 20 ± 6 W/min), mirando a una durata totale del test di circa 10 min. La Tvent (soglia ventilatoria) di ciascun partecipante è stata stimata utilizzando il metodo della pendenza-V, l’equivalente ventilatorio del metodo dell’ossigeno (VE/VO2) e l’equivalente ventilatorio del metodo dell’anidride carbonica (VE/ VCO2). Il valore medio viene quindi preso da questi 4 metodi e utilizzato come stima della Tvent del partecipante. È stato dimostrato che questo approccio aumenta la precisione delle stime di Tvent, se confrontato con l’utilizzo di uno solo di questi metodi.
Dalla semplice analisi della ventilazione polmonare, si possono individuare due bruschi incrementi che corrispondono alla prima e alla seconda soglia ventilatoria. La prima soglia ventilatoria si può spiegare con la necessità di compensare l’iniziale produzione di radicali acidi a livello muscolare attraverso il tamponamento con bicarbonati, che indurrebbero un incremento della VCO2, cui seguirebbe un incremento della ventilazione. La seconda soglia invece evidenziabile per lo più nei soggetti allenati, corrisponde ad un abbassamento del pH (soglia ventilatoria non compensata). Estendendo poi l’analisi ad altri parametri analizzabili durante un test a carichi crescenti, quando l’intensità del carico supera il 60-70% del VO2 max, è possibile riscontrare in corrispondenza della seconda soglia ventilatoria anche un brusco incremento della produzione del lattato ipotizzando così che la cosiddetta soglia anaerobica del lattato possa essere determinata in maniera incruenta.
In effetti monitorando l’equivalente respiratorio dell’ossigeno (VE/VO2) e l’equivalente respiratorio della CO2 (VE/VCO2) è stato dimostrato che è possibile identificare la soglia anaerobica del lattato in maniera incruenta.
– Risposte a cadenze differenti
Un diagramma schematico del protocollo in cui sono state studiate le risposte alle diverse cadenze è presentato in figura 1. Dopo 2 minuti di riposo, i partecipanti si sono riscaldati per 6 minuti, pedalando a 60 giri/minuto, mentre la potenza di uscita esterna aumentava ogni 2 minuti in incrementi al 25%, 50% e 75% della potenza calcolata per Tvent. Ai partecipanti è stato quindi chiesto di pedalare a un’uscita di potenza esterna uguale alla loro Tvent a cadenze di 40, 50, 60, 70, 80 o 90 rpm, quando la cadenza in tempo reale veniva visualizzata su un monitor digitale visibile al soggetto e, inoltre, un metronomo è stato utilizzato per aiutare i partecipanti a raggiungere la cadenza desiderata. Le cadenze sono state testate in una sequenza randomizzata e controbilanciata (con 90 rpm testate sempre per ultimi per ridurre il potenziale effetto della fatica). I partecipanti si sono esercitati a ciascuna cadenza per 4 minuti, immediatamente seguiti da 2 minuti di recupero attivo, pedalando a 60 rpm al 25% di Tvent. Questi periodi di recupero attivo hanno consentito al TSI di tornare più vicino a valori iniziali e di ridurre i potenziali effetti della fatica nel corso del protocollo sperimentale.
Figura 1: rappresentazione schematica del protocollo sperimentale. I partecipanti hanno pedalato a 60 rpm durante il riscaldamento e 2 minuti di recupero attivo. a. periodo di riposo, b. periodo di riscaldamento (6 min), c. esercizio Tvent al 100% a una data cadenza (4 minuti), d. periodo di recupero attivo (2 minuti). Tvent: soglia ventilatoria; rpm: giri al minuto; min: minuti. La cadenza di pedalata, i gas espirati, la frequenza cardiaca e l’ossigenazione del vasto laterale sono stati registrati continuamente. Il lattato nel sangue è stato registrato negli ultimi 40s del periodo di riposo iniziale e di ogni sessione di 4 minuti di esercizio al 100% di Tvent.
- Attrezzatura
Cicloergometro e misurazioni della forza del pedale
Per tutti gli esperimenti è stato utilizzato un cicloergometro con frenatura elettronica (Aerobike 75XL, Combi, Tokyo, Giappone). La potenza di uscita esterna può essere impostata sull’approssimazione di 1W, utilizzando protocolli personalizzati pre-programmati. La forza del pedale è stata registrata utilizzando 3 trasduttori di forza in miniatura (LM-50KA, Kyowa Dengyo, Tokyo, Giappone) sul pedale e un amplificatore DC (DPM-601A, Kyowa Dengyo, Tokyo, Giappone). Tre segnali di forza sono stati fatti convergere in un segnale e hanno calcolato la forza del pedale perpendicolare al pedale. La forza massima è stata calcolata per ogni ciclo. Le cadenze dei pedali sono state calcolate utilizzando il principio dell’induzione elettromagnetica mediante 4 piccoli magneti sull’ingranaggio e sulla bobina. Il sistema ha generato 4 segnali di tensione di picco ad ogni giro del pedale, in modo che la cadenza potesse essere calcolata con precisione. É stata registrata la forza del pedale e, soprattutto, la cadenza della pedalata durante ogni prova al fine di stabilire l’aderenza al protocollo dei partecipanti o le deviazioni dalla cadenza prevista.
– Risposte cardiopolmonari e misurazione dello sforzo percepito
La frequenza cardiaca è stata misurata continuamente durante tutte le fasi delle prove mediante un elettrocardiogramma a 3 derivazioni (AB-621G, Nihon Kohden, Tokyo, Giappone), collegato mediante elettrodi in gel applicati sulla pelle. Tutti i dati analizzati sono stati interpolati linearmente tra ogni ciclo o battito cardiaco per fornire un punto dati a ogni intervallo di 1s. I dati respiratori e metabolici sono stati registrati con l’ARCO-2000 (Arco System Inc., Chiba, Giappone) utilizzando uno spettrometro di massa e un pneumotachimetro Fleisch. I partecipanti indossavano una maschera facciale (7450, Hans-Rudolph Inc., MO, USA) per la misurazione dei gas respiratori. Il tasso di sforzo percepito dei partecipanti è stato registrato su una tabella standard della scala di Borg subito dopo la fine di ogni esercizio (Borg, 1982).
– Concentrazione di lattato nel sangue
I valori di concentrazione del lattato nel sangue sono stati registrati utilizzando l’analizzatore Lactate Pro 2® (Arkray inc., Kyoto, Giappone). Prima di effettuare una lettura, il dito è stato pulito con un tampone imbevuto di alcol (alcol isopropilico al 70%) e pulito con un fazzoletto per evitare la contaminazione alcolica del campione.
– Ossigenazione del muscolo scheletrico (vasto laterale)
I valori di ossigenazione muscolare dei partecipanti (OxyHb, HHb, tHb, TSI) sono stati campionati a 10 Hz utilizzando PortaMon® (Artinis Medical Systems, Einsteinweg, Paesi Bassi). il dispositivo NIRS è stato posizionato sulla pelle del partecipante sopra il ventre muscolare del vasto laterale destro, lungo l’asse principale della coscia, a circa 16 cm dall’articolazione del ginocchio. Il dispositivo è stato fissato utilizzando un cinturino in velcro per impedire al dispositivo di muoversi durante l’esperimento e per coprire i sensori, assicurando che la luce ambientale non contaminasse il segnale NIRS.
– Analisi dei dati
Sono state eseguite analisi per forza di pedalata massima, cadenza di pedalata, frequenza cardiaca, lattato nel sangue, RPE (frequenza di sforzo percepito), VO2, VCO2, OxyHb, HHb, tHb e TSI. I valori medi ± deviazione standard a ciascuna cadenza durante i test Tvent 100% sono stati calcolati dagli ultimi 60s di ogni sessione in Microsoft Excel (Versione 15.25.1, Microsoft Corporation, California, USA). Il SigmaPlot (13.0.0.83. Systat Software, Inc., San Jose, California, USA) è stato utilizzato per l’analisi statistica. Il test di Shapiro-Wilk è stato utilizzato per verificare la normale distribuzione dei dati. Il test di Brown-Forsythe è stato condotto per verificare la stessa varianza. I dati per le variabili fisiologiche a cadenze diverse sono stati analizzati utilizzando un’analisi della varianza delle misure ripetute unidirezionali (ANOVA), per valutare se avessero superato i test di normalità. Una procedura di confronto multiplo a coppie Bonferroni è stata utilizzata come test post-hoc per confrontare le medie di ciascuna cadenza. I dati RPE e V̇O2 non hanno superato i test di Shapiro-Wilk e Brown-Forsythe, quindi sono state eseguite le misure ripetute unidirezionali di Friedman ANOVA basate sulle posizioni e il test post hoc di Tukey per verificare le differenze tra le risposte a ciascuna cadenza. I risultati sono presentati come media ± deviazione standard, salvo diversa indicazione. La significatività statistica è stata fissata a p<0,05 per tutti i test.
– Risultati
Caratteristiche dei partecipanti e aderenza al protocollo
Sei partecipanti maschi e tre femmine hanno preso parte a questo studio e le caratteristiche dei partecipanti sono presentate nella tabella 1 e le cadenze registrate corrispondevano bene alle cadenze richieste, come illustrato nella tabella 2.
Tabella 1
Tabella 2
– Cambiamenti nella funzione cardiorespiratoria e metabolica, nello sforzo percepito e nella forza del pedale a diverse cadenze di pedalata
La figura 2 mostra i valori fisiologici, metabolici, del tasso di sforzo percepito e della forza di picco al pedale alle diverse cadenze di pedalata registrate al 100% di Tvent. FC, VO2, VCO2 e forza massima al pedale, sono cambiate in modo significativo alle cadenze di pedalata più elevate, quando comparate alle più basse cadenze (p <0,05). La frequenza respiratoria non è aumentata in modo significativo tra 40 e 90 rpm (30 ±5 e 31 ±4 respiri al minuto rispettivamente, p=0,09), a differenza del volume corrente e della ventilazione che sono aumentati, rispettivamente, da 1,7 ±0,5 L a 2,0 ±0,5 L (p=0.0001) e da 50 ±17 L/min a 62 ±21 L/min (p=0.0002). Un significativo, ma piccolo aumento della concentrazione di lattato nel sangue è stato registrato a 60 rpm. Non sono state osservate variazioni significative o marcate nell’RPE alle diverse cadenze di pedalata.
Figura 2: risposte fisiologiche agli esercizi a diverse cadenze di pedalata. a. Valori per la frequenza cardiaca (bpm), b. concentrazione di lattato (mM), c. VO2 (ml/kg/min), d VCO2 (ml/kg/min), e. RPE e forza di picco del pedale (N) per ciascuna cadenza al 100% della Tvent (N=9). Concentrazioni di lattato superiori a 8 mM (n= 3 su 63), sono state considerate errori tecnici ed escluse dall’analisi. a, b, c, d, e p <0,05 rispetto a 40, 50, 60, 70 e 80 rpm, rispettivamente, alla stessa Tvent. min: minuti; bpm: battiti al minuto; rpm: pedalate al minuto; Tvent: soglia ventilatoria; VO2: assorbimento di ossigeno polmonare; VCO2: emissione di anidride carbonica; RPE: tasso di sforzo percepito; AU: unità arbitrarie.
Cambiamenti nell’ossigenazione del muscolo scheletrico a diverse cadenze di pedalata
La figura 3 mostra i cambiamenti nell’ossigenazione nel muscolo vasto laterale a diverse cadenze di pedalata. OxyHb e TSI sono diminuiti dai livelli di riposo, mentre i livelli di HHb e tHb sono aumentati dai loro valori di riposo. La TSI non era diversa nei 30s precedenti ogni test di cadenza (p+= +0,86), con valori SD di circa l’1% per ogni individuo. L’entità della riduzione del TSI era significativamente maggiore quando si pedalava a 90 pedalate/min (−14,6% ±4), rispetto alla pedalata a 40 (12,3% ±3) e 50 (−12,2% ±3) giri/min (p= 0,027 e 0,017, rispettivamente).
Figura 3: risposte di ossigenazione dei muscoli scheletrici all’esercizio a cadenze diverse. I risultati sono cambiati dal riposo per a. TSI OxyHb, b. HHb, c. tHb e d. per ciascuna cadenza eseguita al 100% della Tvent. Per OxyHb, HHb e tHb (a, bec) N= 8 per le modifiche rispetto al basale (a causa di una serie di dati di base mancante). Per ogni serie di dati a 90 pedalate/min N= 7 (a causa di una serie di dati mancante a questa cadenza). a, b p <0,05 rispetto a 40 e 50 rpm, rispettivamente, alla stessa Tvent. min: minuti; AU: unità arbitrarie; TSI: indice di saturazione tissutale; OxyHb: emoglobina ossigenata; HHb: emoglobina deossigenata; tHb: emoglobina totale; Tvent: soglia ventilatoria; rpm: pedalate al minuto.
Discussione
Nello tudio su partecipanti con diverse competenze ciclistiche, l’assorbimento di ossigeno polmonare registrato alla cadenza più alta di 90 pedalate/minuto è stato maggiore rispetto a cadenze inferiori durante l’esercizio al 100% della Tvent. Questo maggiore assorbimento di ossigeno polmonare è stato associato a una diminuzione del TSI > del 2,4% a cadenza elevata di 90 pedalate/minuto, rispetto a cadenze basse di 40 e 50 pedalate/minuto.
L’aumento della cadenza di pedalata con una potenza di uscita costante del 100% della Tvent ha prodotto una maggiore risposta cardiorespiratoria
Sia la funzione del sistema cardiovascolare, che quello respiratorio aumentavano alla cadenza più alta di 90 pedalate/minuto, al fine di soddisfare le maggiori richieste metaboliche dei muscoli che si allenavano. Questi risultati cardiopolmonari sono in accordo con i risultati precedenti e suggeriscono che l’ossigenazione dei muscoli scheletrici può essere influenzata anche ad alta cadenza. Il lavoro extra a cadenza più alta è associato a una maggiore richiesta di ossigeno (estrazione); quando questa richiesta di ossigeno supera la fornitura di ossigeno (erogazione) oltre una data soglia, la TSI può diminuire, come osservato a cadenze elevate.
– Ossigenazione del muscolo scheletrico ad alte cadenze, durante la pedalata a potenza costante
Le variazioni di HHb sono considerate un buon indicatore dell’estrazione di ossigeno dal muscolo scheletrico, poiché il segnale di HHb non è influenzato da un aumento del sangue ossigenato alla pelle per la termoregolazione. L’HHb tendeva ad aumentare rispetto ai livelli basali durante esercizio al 100% della Tvent, indicando un moderato aumento dell’estrazione frazionale di ossigeno nei muscoli in esercizio, ottenuto tramite un aumento della gittata cardiaca e/o una riduzione della resistenza vascolare periferica all’intensità d’esercizio. Nonostante questi cambiamenti rispetto al basale e una tendenza per un aumento di HHb e tHb ad alta cadenza, non c’è stato alcun cambiamento significativo in questi parametri di ossigenazione del muscolo scheletrico tra le cadenze di pedalata. Questi risultati sono in accordo con studi precedenti, che riportavano che la cadenza non aveva un effetto chiaro su OxyHb, HHb e tHb in condizioni simili a quelle qui testate.
La TSI è un indicatore generale dell’ossigenazione del muscolo scheletrico ed è diminuita significativamente rispetto al basale durante l’esercizio al 100% della Tvent e da 40 e 50 rpm a 90 rpm. I cambiamenti significativi nella TSI osservati a cadenze di pedalata più elevate, che i ricercatori hanno testato in una sequenza randomizzata al 100% della Tvent, sono in accordo e rafforzano i risultati di Skovereng e altri. Questi risultati sono supportati da precedenti osservazioni a una potenza di uscita relativamente inferiore pari al 60% del VO2max, dove l’ossigenazione dei muscoli scheletrici non era diversa all’inizio dell’esercizio a 40 o 100 pedalate/minuto, confermando i risultati dello studio di Formenti e altri in un esercizio acuto.
È probabile che l’effetto della pressione intramuscolare sulla TSI sia associato alle pressioni assolute generate durante la contrazione e data la maggiore potenza esterna alla quale si allenano i ciclisti d’élite (per un’intensità di esercizio relativa simile, ad es. il 100% della Tvent), è probabile che queste pressioni intramuscolari assolute siano maggiori nell’élite, rispetto ai ciclisti amatoriali. Questo è un meccanismo presunto che potrebbe spiegare la differenza nei risultati con quelli riportati su ciclisti allenati da Skovereng e altri, dove la TSI diminuiva ad alta cadenza anche a una potenza esterna relativamente inferiore corrispondente al 75% della soglia del lattato dei partecipanti.
Il gruppo di partecipanti studiato è stato limitato a 9 individui ed è risultato piuttosto eterogeneo in termini di età, capacità di esercizio e competenza ciclistica e data la dimensione limitata del campione considerata in questo studio gli autori riconoscono che questo risultato necessita di conferma su scala più ampia.
Una limitazione dello studio è che la Tvent è stata stimata a una sola cadenza di pedalata ed è possibile che la stima di Tvent a una cadenza di pedalata più alta o più bassa possa aver influenzato la Tvent stimata. Per il test incrementale gli autori hanno scelto una cadenza alla quale tutti i partecipanti potessero esercitarsi comodamente e che è stata utilizzata in diversi studi pubblicati in precedenza, rendendo i risultati confrontabili con quelli presentati in letteratura. Inoltre c’è spesso un grado di errore nella stima di Tvent, quindi i ricercatori pensano che la Tvent stimata sarebbe variata in modo significativo solo se la cadenza fosse stata notevolmente ridotta o aumentata da 60rpm. Un’ulteriore limitazione è nella scelta di testare la cadenza massima (cioè 90 rpm) sempre per ultima, dove non si può escludere del tutto che i risultati associati alle condizioni di 90 rpm siano in parte determinati dall’esercizio precedente. Tuttavia la TSI non era diversa tra il recupero e la parte finale di ciascun periodo di riposo, quindi la probabilità che la diminuzione della TSI osservata a 90 pedalate/minuto fosse determinata dall’esercizio precedente sembra limitata.
Gli autori concludono che aumentare la cadenza oltre una data soglia ad un’intensità di esercizio moderata vicino alla Tvent è meno efficiente dal punto di vista energetico (come confermato dai più alti VO2 e VCO2 registrati per una data potenza come mostrato in Figura 2) e che una cadenza elevata può compromettere l’ossigenazione muscolare durante l’esercizio ciclistico.
Riferimenti:
- Tratto da: Formenti F., Dockerill C., Kankanange L., Zhang L., Takaishi T., Ishida K. The Effect of Pedaling Cadence on Skeletal Muscle Oxygenation During Cycling at Moderate Exercise Intensity, International Journal of Sports Medicine, 2019; 40(05): 305-311 DOI: 10.1055/a-0835-6286
- https://besport.org/sportmedicina/ – Test Cardiopolmonari in Medicina dello Sport – Aspetti Fisiologici e Aspetti Clinici