La sedentarietà rappresenta l’estremità più bassa del quadro dell’attività fisica ed è formalmente definita come “qualsiasi comportamento di veglia con un dispendio energetico inferiore all’1,5 degli equivalenti metabolici durante la postura seduta o sdraiata (1)” ed è associata ad alterato metabolismo, all’aumento della morbilità e della mortalità cardiometabolica (2). Lo stile di vita sedentario è un noto fattore di rischio per comorbidità e mortalità indipendentemente dal livello di attività fisica (3). Nei giovani sani, i comportamenti sedentari hanno dimostrato di causare un sostanziale aumento della quantità d’insulina necessaria per eliminare il glucosio (4). Il glucosio postprandiale (5), l’insulina (6) e i trigliceridi (TG) (7) sono collegati al rischio di morbilità e mortalità per malattie cardiovascolari (CVD). Tali prove giustificano lo studio di nuovi interventi per interrompere il prolungamento della seduta e mirare a risposte insulinemiche, glicemiche e lipidemiche postprandiali, che potrebbero ridurre il rischio di CVD. Gli studi riportano che la riduzione del tempo di sedentarietà e l’alternare una seduta prolungata, con delle fasi attive, migliorano i marker di salute cardiometabolica (8). Interrompere la seduta prolungata ogni 20-30 minuti con 2-5 minuti di camminata lieve-moderata (9,10) riduce la glicemia postprandiale e l’insulina. I benefici per la salute di tali interventi sono particolarmente interessanti per le persone in sovrappeso o obese, le quali spesso mostrano resistenza all’insulina e sono a maggior rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 (T2D) (11).
Un numero crescente di prove suggerisce che l’esercizio fisico ad alta intensità (HIIT) può essere particolarmente efficace per promuovere la salute migliorando la funzionalità cardiorespiratoria (12), aumentando la perdita di grasso e riducendo il rischio cardiometabolico (13). L’allenamento a intervalli di sprint (SIT), che comprende brevi fasi di esercizio ripetute “all out” (10-30s), intervallate da fasi di recupero, è spesso considerato l’alternativa più efficiente in termini di tempo per l’esercizio di resistenza tradizionale (14,15). Gli studi riportano che da due a tre sprint in bici, di 20 secondi, eseguiti come parte di un allenamento di 10 minuti, tre volte a settimana per 6-12 settimane, possono migliorare la forma fisica, la sensibilità all’insulina e il controllo del glucosio (16,17) . Recentemente è emerso il concetto di “sprint snack”, in cui brevi fasi isolate d’esercizio della durata di circa 20 secondi vengono eseguiti, con ore di recupero intermedie. Gli sprint snack eseguiti come tre singoli sprint in bicicletta di 20 secondi (18) o nell’affrontare le scale di circa 20 secondi (19) con 1-4 ore di riposo intermedio hanno dimostrato di essere efficaci nell’aumentare la funzionalità cardiorespiratoria negli adulti inattivi. Non è noto se interrompere una seduta prolungata con snack sprint possa migliorare il metabolismo postprandiale e ridurre i marker di rischio di malattie cardiometaboliche.
Dato i benefici metabolici dell’alternare una seduta prolungata con brevi fasi di attività (9,10) e i potenziali benefici in termini di forma e funzionalità fisica degli “sprint snack” (18,19), questo studio è stato progettato per determinare se interrompere la seduta prolungata con brevi fasi (15-30s) di salita delle scale, possa migliorare il controllo metabolico postprandiale durante la giornata. Se efficace questo tipo di intervento potrebbe essere una strategia interessante per abbassare gli effetti dannosi acuti della sedentarietà migliorando la forma fisica. A tal fine gli autori hanno condotto due studi separati con un progetto incrociato randomizzato in cui giovani uomini normo peso (studio 1) o adulti con sovrappeso/obesi (studio 2) sono rimasti sedentari per 9 ore consumando tre pasti identici, o hanno interrotto questa fase sedentaria con brevi fasi di salita delle scale da 15 a 30s ogni ora. Ai partecipanti allo studio sono stati forniti pasti ad alto indice glicemico, dato che tale dieta è comunemente consumata nella società occidentale ed è stata associata ad un aumento del rischio di obesità, T2D e CVD (20). Gli autori hanno ipotizzato che, se confrontato con un periodo di 9 ore di sedentarietà, interrompere la seduta prolungata con brevi fasi di salita dalle scale ogni ora, abbasserebbe il glucosio postprandiale, le risposte insuliniche e ridurrebbe i livelli di acidi grassi liberi durante il giorno. Dato che interrompere la seduta prolungata con un’attività di intensità leggera o moderata sembra favorire il metabolismo, in una serie di popolazioni cliniche, migliorando la sensibilità all’insulina (10,21), è stata scelta l’area della curva dell’insulina (AUC; un indicatore della sensibilità all’insulina), come risultato primario.
Metodi
. Progettazione dello studio
Lo studio incrociato randomizzato è stato costruito su due prove sperimentali di 9 ore:
1) Sedentario (SED; i partecipanti sono stati seduti su una sedia durante la prova sperimentale e hanno chiesto di ridurre al minimo i loro movimenti);
2) “Snack sprint” sulle scale (SS; salita per tre volte delle scale a velocità sostenuta [(15-30s) una volta ogni ora (×8)] con pasti identici.
3) Una terza condizione (sedentaria a basso contenuto di carboidrati) è stata inclusa nel programma di randomizzazione perché lo studio originale è stato progettato e finanziato per misurare le risposte insuliniche tramite saliva durante il giorno e una condizione di confronto della risposta a bassa insulina è stata ritenuta necessaria per questa domanda di ricerca.
Lo studio è stato registrato con tre condizioni nella sperimentazione clinica, ma poiché la condizione di basso contenuto di carboidrati non è stata inclusa nell’ipotesi testata nel presente documento, vengono riportati solo i dati delle due condizioni SED e SS rilevanti. Sono stati forniti per colazione, pranzo e cena in ciascuna condizione, gli stessi identici pasti ad alto indice glicemico di un panino con burro di arachidi con 400 ml di succo d’arancia concentrato (530 kcal; 97 g di carboidrati, 11 g di proteine, 11 g di grassi). I pasti in ogni condizione sono stati forniti a 0, 180 e 360 min. È stato scelto un periodo di detossificazione di 3-7 giorni per eliminare qualsiasi potenziale ripercussione. Lo studio è stato approvato dall’ University of British Columbia Clinical Research Ethics Board” (ID H17-01747) ed è stato registrato su ClinicalTrials.gov (NCT03374436). Lo studio è conforme agli standard stabiliti dalla Dichiarazione di Helsinki. Tutti i partecipanti hanno fornito il consenso informato scritto prima della raccolta dei dati.
. Partecipanti
I partecipanti sono stati reclutati attraverso la distribuzione di posters, e-mail e con il passaparola nel campus dell’Università della British Columbia (Kelowna, British Columbia, Canada). Gli obiettivi principali sono stati la determinazione degli effetti degli “snack sprint” nei giovani uomini normo peso (HW) (n= 12; età, 22,8 ± 4,3 anni; indice di massa corporea (BMI), 24,3 ± 2 kg/m2; studio 1) e negli adulti con sovrappeso/obesità (OW; n= 11, caratterizzata da una circonferenza della vita elevata >88 cm per le donne e >102 cm per gli uomini; età, 50,2 ± 14,3 anni; BMI, 35,1 ± 6,4 kg/m2; studio 2). Lo studio 1 è stato progettato come test pilota di “snack sprint” e includeva solo partecipanti di sesso maschile per ridurre al minimo la potenziale influenza del ciclo mestruale delle donne sulla sensibilità all’insulina e sulla tolleranza al glucosio. Sulla base della fattibilità di successo di eseguire otto “sprint snack” in 9 ore, lo studio 2 è iniziato dopo che lo studio 1 è stato completato e includeva partecipanti sia maschi che femmine, il che ha facilitato il reclutamento di partecipanti con sovrappeso/obesità caratterizzati da una circonferenza della vita elevata e inclusivo di entrambi i sessi.
I criteri d’inclusione per lo studio 1 sono stati i seguenti:
- BMI di 18,5–24,9 kg /m2;
- Età 18-35 anni.
I criteri di inclusione per lo studio 2 sono stati i seguenti:
- circonferenza della vita ≥88 cm per le donne o ≥102 cm per gli uomini (la circonferenza della vita elevata nello studio è stata definita secondo la classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dei punti di cutoff della circonferenza della vita per il sovrappeso o l’obesità e associazione con rischio di malattia);
- Età 18-69 anni.
I criteri di esclusione per entrambi gli studi sono stati i seguenti:
- Diagnosi precedente di diabete;
- Soggetti che assumevano insulina, farmaci ipoglicemizzanti orali o qualsiasi farmaco che influisce sulla glicemia;
- CVD diagnosticate;
- Fumatori;
- Allergia alle uova o alle arachidi;
- Impegno in un serio esercizio fisico (>5 giorni);
- Condizioni medico/ortopediche che limiterebbero l’attività fisica;
- Individui che seguono una dieta speciale come la dieta chetogenica o che sono vegani.
Tra le donne partecipanti allo studio 2, cinque erano in postmenopausa e tre in premenopausa (due con dispositivo intrauterino e una con pillola anticoncezionale). Le partecipanti donne in premenopausa sono state testate nella fase follicolare del ciclo mestruale (3-9 giorni dopo le mestruazioni).
. Test di base
Durante la prima visita, tutti i partecipanti hanno fornito il consenso informato scritto e sono stati intervistati da un dietologo per la raccolta dei dati sulle abitudini di vita e sulle condizioni mediche per confermare l’idoneità. Quindi sono state prese le misure antropometriche (altezza, peso, circonferenza della vita e circonferenza dell’anca). La circonferenza della vita e la circonferenza dell’anca sono state misurate in duplicato con l’approssimazione di 0,5 cm utilizzando procedure standard.
. Standardizzazione della dieta e dell’attività prima dello studio
Prima delle prove sperimentali, i partecipanti sono stati intervistati da un dietologo dello studio per confermare che non seguivano una dieta specifica (ad esempio vegano, cheto, ecc.) e non avevano perso o aumentato il peso di recente. L’assunzione di energia il giorno prima di ogni prova è stata controllata chiedendo ai partecipanti di compilare un diario alimentare di 24 ore un giorno prima del primo appuntamento e istruendoli a riprodurre esattamente la stessa dieta il giorno prima dei giorni dei test. Ciò è stato verificato da un dietologo la mattina prima di eseguire ogni prova. L’assunzione di energia il giorno della prova non è stata aggiustata tra SS e SED, poiché il dispendio energetico durante la breve salita delle scale (circa 15-30 s) è stato, in base alla progettazione, molto basso e non sarebbe stato pratico da eseguire e determinare con precisione l’energia spesa dall’esercizio nel protocollo. I partecipanti sono stati istruiti ad astenersi dall’alcol e ad astenersi dall’esercizio il giorno prima di ogni prova sperimentale, il che è stato confermato dall’autovalutazione e misurando i passaggi effettuati utilizzando un tracker di attività (Orologio Mio Slice, Canada). I passaggi registrati erano disponibili solo nel gruppo HW a causa di problemi tecnici con l’orologio nel gruppo OW. Sono state registrate anche le ore di sonno auto-riferite la notte prima di ogni visita. Il rispetto della standardizzazione dell’attività, la conferma delle ore di sonno e il controllo dietetico sono stati confermati dal dietologo all’arrivo in laboratorio per ogni fase sperimentale.
. Prove sperimentali
I partecipanti sono arrivati al laboratorio tra le 7:00 e le 8:30 dopo un digiuno notturno (≥10 h). Un catetere endovenoso (BD Nexiva; Becton Dickinson, Franklin Lakes, NJ) è stato inserito in una vena antecubitale per ripetere il prelievo di sangue. I campioni sono stati prelevati in provette contenenti acido etilendiammin tetraacetico (EDTA-K2) al tempo 0 (a digiuno) e ogni 30 minuti per un totale di 19 campioni di sangue in 540 minuti. I campioni sono stati immediatamente centrifugati a 1550 g per 15 min a 4° C e conservati in congelatore a -80°C prima delle analisi in lotti. In tutte le prove i partecipanti sono rimasti seduti su una sedia per 9 ore lavorando ad un computer, guardando la TV o leggendo. Ai partecipanti è stato permesso di camminare (circa 10 m) dal laboratorio per usare il bagno. I pasti sono stati forniti subito dopo il primo prelievo di sangue del mattino (tempo 0) e a 180 e 360 minuti. L’acqua veniva fornita a piacere. Il suddetto monitor dell’orologio da polso è stato utilizzato per monitorare i passi e la frequenza cardiaca durante la seduta di laboratorio di 9 ore. Nella condizione SS i partecipanti hanno camminato (circa 25 m) fino a una tromba delle scale adiacente al laboratorio e sono stati istruiti a salire tre rampe di scale senza saltare i gradini (55 gradini) il più rapidamente e in sicurezza possibile, ogni ora a partire da 60 minuti, per un totale di otto fasi per le scale e gli “snack sprint” a 180 e 360 minuti sono stati eseguiti immediatamente prima del consumo del pasto. Ai partecipanti con OW è stato chiesto di salire le scale a un ritmo stimolante auto-selezionato, dato che per alcuni partecipanti non era possibile salire le scale a un ritmo sprint. La salita delle scale è stata supervisionata da un tecnico di ricerca che ha registrato l’RPE (scala del rapporto di fatica 0-10), il tempo totale di ogni salita delle scale e la frequenza cardiaca immediatamente dopo ogni fase. I dettagli del protocollo sperimentale sono presentati nella Figura 1. I partecipanti sono stati randomizzati per completare le prove d’intervento utilizzando un progetto quadrato latino Williams e un randomizzatore online (https://statpages.info/latinsq).
. Analisi biochimiche
I metaboliti del sangue sono stati analizzati utilizzando i seguenti kit disponibili in commercio: glucosio plasmatico (glucosio esochinasi; Pointe Scientific Inc., Canton, MI), acidi grassi plasmatici non esterificati (NEFA; HR Series; Wako Diagnostics, Mountain View, CA) e trigliceridi (Pointe Scientific Inc., Canton, MI) sono stati analizzati su un analizzatore automatizzato Chemwell 2910 (Awareness Technologies, Palm City, FL). L’insulina plasmatica (test immunosorbente legato agli enzimi dell’insulina umana; Crystal Chem, Elk Grove Village, IL) è stata analizzata su un lettore iMark Microplate (Bio-Rad, Hercules, CA). Tutti i test tranne i trigliceridi sono stati eseguiti in duplicato seguendo le istruzioni del produttore. I coefficienti intra-dosaggio o la varianza erano in media del 3,2% per il glucosio plasmatico, del 5,9% per l’insulina plasmatica e del 3,3% per NEFA.
. Analisi statistiche
Tutti i valori sono riportati come media (SD). Lo studio è stato concepito come uno studio pilota con l’obiettivo di arruolare 12 partecipanti in ciascun gruppo. I calcoli della dimensione del campione sono stati eseguiti per il risultato primario dell’AUC dell’insulina sulla base di studi precedenti che riportavano riduzioni del 15%-20% dell’insulina postprandiale nella pausa dell’attività rispetto alle condizioni sedentarie (10,22) che hanno prodotto dimensioni dell’effetto d= 1,0. Con una correlazione conservativa di r= 0,5 tra misure ripetute, un α a due code di 0,05 e una potenza di 0,80, è stato stimato che sarebbero necessari 10 partecipanti per rilevare una differenza significativa nell’outcome primario. La AUC totale (9 h) per insulina plasmatica, glucosio, NEFA e TG è stata calcolata secondo il metodo trapezoidale utilizzando la linea di base zero (Prism versione 8.0; GraphPad Software Inc.). L’AUC incrementale positiva è stata calcolata utilizzando la regola del trapezio con sottrazione al basale. Le AUC nella condizione SED rispetto alla condizione SS sono state analizzate utilizzando il t-test e riportate come analisi principali. Le principali analisi per insulina e glucosio sono state integrate con un modello lineare a effetti misti con effetti fissi a misure ripetute del pasto (colazione, pranzo, cena), condizione e loro interazione e un effetto casuale dei partecipanti per esplorare la differenza tra 3 e 3 h AUC per ogni pasto. Interazioni significative tra pasto e condizione sono state seguite con confronti a coppie esaminando ogni pasto tra le condizioni, mentre un effetto principale del pasto è stato seguito con confronti a coppie utilizzando aggiustamenti di Bonferroni con condizioni crollate. Poiché i due studi sono stati condotti in momenti diversi e il gruppo HW includeva solo partecipanti di sesso maschile, i due gruppi sono stati analizzati in modelli separati. Prima di tutti i test statistici, la normalità e l’asimmetria venivano valutate dai grafici Q-Q e i dati sono stati trasformati in modo logico quando necessario. Le dimensioni dell’effetto di Cohen sono state calcolate per confronti a coppie utilizzando il metodo precedentemente definito per misure ripetute (23). In questo metodo, sono state prese in considerazione la media e la DS dei gruppi a coppie e la loro correlazione. La significatività è stata fissata a P <0,05.
Risultati
Le caratteristiche di base dei partecipanti sono presentate nella Tabella 1. Tutti i partecipanti hanno rispettato la replica dietetica delle 24 ore e si sono astenuti dall’attività fisica oltre alle attività della vita quotidiana prima di ogni prova. Non ci sono state differenze nei passaggi per 24 ore prima di ogni prova nel gruppo HW (P= 0,86) e nessuna differenza nelle ore di sonno la notte prima di ogni prova in ciascun gruppo (P= 0,10 e P= 0,69, HW e OW, rispettivamente; Tabella, Contenuto digitale supplementare 1, Caratteristiche dei partecipanti per il giorno prima di ogni prova, http://links.lww.com/MSS/C38). Le caratteristiche delle fasi “snack sprint” per ogni gruppo sono presentate nella Tabella 2. Come previsto, i partecipanti HW hanno salito le tre rampe di scale in media più velocemente (intervallo, 13,4-19,7s), rispetto ai partecipanti con OW (intervallo, 18,3-60,0s).
Discussione
. “Snack sprint” e risposte insuliniche postprandiali
La principale scoperta di questo studio è stata che spezzare 9 ore di seduta prolungata con brevi e vigorose salite di scale ha abbassato l’insulina durante il giorno nei partecipanti con sovrappeso/obesità. Questa evidenza di riduzione della risposta insulinica postprandiale con una dose complessiva di esercizio così ridotta potrebbe essere importante per ridurre gli effetti cardiometabolici dannosi della posizione seduta, poiché l’insulina postprandiale è un predittore indipendente di morbilità e mortalità CVD (6). In questo studio sono stati adattati i protocolli utilizzati in precedenza per “spezzare” il tempo di sedentarietà (tipicamente 2-5 minuti di camminata) con “snack sprint” di salite di scale più brevi e ad alta intensità che richiedono un impegno di tempo minimo (10,21). Mentre salire le scale ha abbassato le risposte insuliniche postprandiali nei partecipanti con OW, i quali hanno avuto probabilmente una maggiore resistenza all’insulina e hanno sperimentato picchi di insulina più pronunciati in risposta ai pasti ad alto indice glicemico, non ha abbassato le risposte insuliniche nei partecipanti maschi HW. In accordo con questo studio alcuni studi hanno dimostrato che salire le scale non ha avuto effetti favorevoli sull’attenuazione dei livelli di glucosio o di insulina o sul miglioramento della sensibilità all’insulina valutata da un test di tolleranza al glucosio orale in partecipanti sani (24). La mancanza di un miglioramento dell’AUC dell’insulina nei partecipanti HW (studio 1) potrebbe essere il risultato di molteplici fattori. Ad esempio è stato suggerito che individui sani e sensibili all’insulina hanno una capacità limitata di rispondere a brevi periodi di attività a causa del fatto che l’esercizio è di intensità/volume troppo basso, base glicemica relativamente buona e buon controllo dell’insulina e, inoltre, come in questo studio, livelli di attività fisica basali più elevati (25). Poiché i partecipanti ai due studi nel presente documento non erano abbinati per età e sesso, non si sono confrontati statisticamente i risultati tra i partecipanti con HW e OW. È anche possibile che l’attivazione del sistema nervoso simpatico e il rilascio di ormoni contro regolatori dopo la salita delle scale possa aver aumentato la produzione di glucosio epatico e attenuato gli effetti di riduzione dell’insulina nei partecipanti HW, che hanno eseguito degli “snack sprint” più veloci, rispetto ai partecipanti con OW. Un maggiore dispendio energetico per salire le scale nei partecipanti con OW (a causa della maggiore massa corporea) potrebbe essere un altro potenziale meccanismo di miglioramento del profilo metabolico postprandiale. Nel complesso la lo studio suggerisce che anche l’esecuzione di brevi periodi di esercizio relativamente intenso, come salire le scale, possono migliorare la sensibilità all’insulina negli adulti con sovrappeso/obesità.
. Glicemia postprandiale
L’iperglicemia postprandiale è un fattore di rischio per CVD non solo nei pazienti con T2D, ma anche in soggetti sani (26). Limitare i picchi di glucosio postprandiali è quindi considerato un approccio ottimale per la salute metabolica. Lo studio ha dimostrato che alternare la seduta prolungata con “snack sprint” non ha migliorato l’AUC del glucosio postprandiale nei partecipanti con HW o OW. Ci sono risultati contrastanti sull’efficacia di brevi periodi di esercizio intenso nel ridurre la glicemia postprandiale; alcuni studi hanno dimostrato che interrompere una seduta prolungata con frequenti brevi periodi di attività potrebbe essere una strategia efficace per ridurre l’iperglicemia postprandiale (10,21). In un esempio, è stato dimostrato che l’esercizio in salita-discesa delle scale (fase di 3 minuti a 60 e 120 minuti dopo il pasto), ha ridotto il glucosio postprandiale, rispetto alle 3 ore di posizione seduta nei pazienti con T2D (27). Allo stesso modo altri studi hanno anche mostrato effetti favorevoli di fasi d’esercizio in salita-discesa sull’iperglicemia postprandiale in soggetti con prediabete e diabete (28) o uomini sedentari di mezza età con ridotta tolleranza al glucosio (29). Al contrario Godkin e altri (30) hanno riscontrato un’invariata glicemia dopo una sessione acuta con fasi di 60 secondi di vigorosa salita e lenta discesa di una rampa di scale e dopo 18 sessioni di oltre 6 settimane in persone con T2D. Inoltre è stata segnalata una glicemia postprandiale inalterata dopo aver interrotto la seduta prolungata (2,5 ore) con altri tipi d’interruzioni d’attività (2 minuti di camminata ogni 20 minuti) in giovani uomini e donne di peso normale (31). Questi risultati contrastanti potrebbero essere dovuti a diversi progetti di studio, tra cui lo stato di salute e l’età dei partecipanti e la durata, la frequenza e l’intensità dell’esercizio di salita delle scale, tra gli altri fattori determinanti. Sebbene la strategia di esercizio ottimale (dose, durata, tempistica) per migliorare la glicemia postprandiale non sia nota, una recente revisione sistematica che includeva un totale di 42 studi ha concluso che le interruzioni dell’attività fisica erano leggermente più efficaci di un periodo continuo di attività fisica, per l’attenuazione glicemica, quando le condizioni sperimentali erano abbinate al dispendio energetico (32). Dopo l’esercizio acuto e l’allenamento cronico in partecipanti senza diabete, è comune vedere un aumento dell’assorbimento di glucosio stimolato dall’insulina (sensibilità all’insulina), associato a una diminuzione della secrezione di insulina stimolata dal glucosio, in modo tale che la disponibilità del glucosio rimanga invariata. Questo è probabilmente un’altra ragione plausibile della mancanza di qualsiasi effetto apparente dell’esercizio di salire le scale sull’AUC del glucosio plasmatico postprandiale. Anche la tempistica degli “snack sprint” (immediatamente prima e 60 minuti dopo ogni pasto) potrebbe aver contribuito all’inalterato glucosio plasmatico, poiché è stato suggerito che l’attività fisica, che si svolge immediatamente dopo un pasto, potrebbe essere più efficace dell’attività fisica svolta immediatamente prima o 30 minuti dopo un pasto (33). I risultati dello studio in questione suggeriscono che brevi e acute fasi d’esercizio relativamente intenso, come salire le scale, potrebbero non essere sufficienti per ridurre l’iperglicemia postprandiale nei partecipanti con HW o OW.
. Gli effetti sui profili lipidici postprandiali
È stato dimostrato che una concentrazione plasmatica elevata e persistente di NEFA (acidi grassi non esterificati) interferisce con la segnalazione dell’insulina portando all’insulino-resistenza del fegato e dei muscoli scheletrici (rivista nel Riferimento 34). Allo stesso modo, l’ipertrigliceridemia postprandiale persistente è stata collegata a un elevato stress ossidativo, infiammazione, disfunzione endoteliale e rischio di CVD (35). Di conseguenza s’ipotizza che la diminuzione dell’esposizione postprandiale a NEFA e TG mediante l’esercizio fisico riduca il rischio di CVD. Nello studio lo spezzare la seduta prolungata con “snack sprint” ha abbassato l’AUC plasmatica postprandiale dei NEFA nei partecipanti con OW ma non HW. La diminuzione della concentrazione di NEFA nel corso della giornata potrebbe essere un meccanismo alla base dell’aumento degli indicatori di sensibilità all’insulina osservati nei partecipanti con OW (36). In contrasto con NEFA, non si sono rivelati degli effetti della SS verso i TG nei partecipanti con HW o OW. È stato dimostrato che l’esercizio a breve termine di salita-discesa delle scale (27) o l’interruzione della seduta prolungata con brevi periodi di camminata leggera (37) non attenuavano NEFA o TG postprandiali nei soggetti con T2D. Analogamente a questi risultati, spezzare la seduta prolungata di 9 ore con 1 minuto e 40 secondi di camminata ogni 30 minuti non ha alterato le risposte ai TG nei partecipanti sani e di peso normale (21). Una meta-analisi comprendente 20 studi che hanno esaminato l’effetto dell’interruzione della seduta prolungata con attività fisica d’intensità da leggera a moderata, ha concluso che le interruzioni di attività regolari diminuivano il glucosio e l’insulina postprandiali, ma la riduzione dei TG postprandiali è stata osservata solo 12-16 ore dopo l’intervento (2). Pertanto è possibile che l’effetto dell’esercizio sui TG postprandiali sia ritardato, il che sembra correlato all’aumento parallelo dell’attività della lipasi lipoproteica che raggiunge il picco 8-16 ore dopo un periodo di esercizio (38). Rompere una seduta prolungata con “snack” di salita delle scale sembra sufficiente a ridurre l’esposizione ai NEFA negli adulti con OW, che potrebbe contribuire a migliorare la sensibilità all’insulina, ma questo nuovo intervento non sembra influenzare i TG postprandiali.
. Fattibilità e applicazione di “snack” sulle scale
Studi hanno precedentemente dimostrato che HIIT a basso volume e salire le scale sono ben tollerati nei partecipanti con T2D (39). In linea con altri studi (40), il punteggio RPE di questo studio suggerisce che salire le scale è stato ben tollerato dai partecipanti e potrebbe essere potenzialmente implementato nella vita quotidiana e sul posto di lavoro per superare le barriere all’attività fisica, come la mancanza di tempo e l’accesso al chiuso d’impianti sportivi (41). Questo protocollo di salita delle scale prevedeva la salita di tre rampe di scale nel modo più rapido e sicuro possibile, ma è stato, tuttavia, suggerito che le fasi di salita-discesa delle scale, utilizzando una breve rampa di scale, potrebbero essere una strategia più fattibile per molte persone, in particolare gli anziani fuori forma fisica (42). Sebbene gli “snack sprint” fossero efficaci nel migliorare le risposte insuliniche e NEFA postprandiali nei partecipanti con OW, ciò non suggerisce che gli individui possano ottenere tutti i benefici sulla salute dell’attività fisica a lungo termine e per periodi più lunghi. È preferibile che nei luoghi di lavoro, in cui i dipendenti devono stare seduti a lungo, vengano adottate strategie che incoraggino le persone a interrompere regolarmente la sedentarietà prolungata con brevi interruzioni dell’attività, incluso una breve salita delle scale, dato che possono avere benefici metabolici. Sul “se” e “come” implementare in modo efficiente tali strategie o politiche sul posto di lavoro o nella comunità sono necessarie ulteriori indagini.
. Punti di forza e limiti
Il progetto incrociato e randomizzato, il periodo di tempo prolungato (9 ore) per questo tipo di studio, i frequenti prelievi di sangue durante gli studi e l’uso di pasti misti nella vita reale sono tutti punti di forza di questa ricerca, ma lo studio non è privo di limitazioni. La piccola dimensione del campione potrebbe aver ridotto la capacità di rilevare cambiamenti statisticamente significativi, in particolare nei partecipanti HW. Un altro limite è che solo i giovani uomini sono stati reclutati per lo studio 1, il che ha precluso confronti statistici diretti delle risposte postprandiali con i partecipanti allo studio 2, che non erano di pari età o sesso. È stato recentemente dimostrato che il sesso può influenzare le risposte metaboliche alla rottura di una seduta prolungata con interruzioni dell’attività, probabilmente a causa dei cambiamenti ormonali e dello stato della menopausa (37). La maggior parte delle donne (n= 5) nello studio 2 erano in postmenopausa e le rimanenti (n= 3) hanno completato gli studi durante la fase follicolare, quindi i confronti tra i partecipanti erano validi, ma questo studio è sottodimensionato per esplorare le differenze di sesso. Un altro limite è che gli effetti metabolici degli “snack sprint” sono stati studiati in modo acuto nell’arco di un solo giorno e, pertanto, non è noto se possano sussistere possibili benefici a lungo termine sul rischio di CVD, con questo approccio.
Conclusioni
Nel complesso i risultati attuali dimostrano che l’interruzione della seduta prolungata con brevi sessioni orarie di salita delle scale può aiutare a ridurre alcuni degli effetti metabolici dannosi del comportamento sedentario negli individui con sovrappeso/obesità. Sebbene sia improbabile che questo tipo di attività possa replicare tutti i benefici di fasi di esercizio più prolungate, le persone con sovrappeso/obesità, che sono a rischio elevato di T2D e CVD, possono trarre vantaggio dall’incorporare brevi esercizi quotidiani di salita delle scale, che potrebbe essere eseguito a casa, sul posto di lavoro o a scuola (ad esempio, durante le pause caffè). I risultati combinati con il fatto che è stato dimostrato che gli “snack sprint” sulle scale migliorano la funzionalità cardiorespiratoria (19), suggeriscono che questo nuovo approccio all’esercizio richiede ulteriori indagini, in particolare in contesti reali. I risultati dello studio 1 sono probabilmente generalizzabili a giovani uomini sani, e quelli dello studio 2 sono probabilmente generalizzabili a individui di mezza età con sovrappeso/obesità. I risultati si basano sul contesto acuto e, quindi, sarà necessario condurre studi a più lungo termine, per indagare la fattibilità e l’efficacia di attività fisiche così brevi e intense, nel contesto del mondo reale.
Tratto da: Rafiei H., Omidian K., Myette-Cote E., Little J.P. Metabolic Effect of Breaking Up Prolonged Sitting with Stair Climbing Exercise Snacks, Medicine & Science in Sports & Exercise: January 2021 – Volume 53 – Issue 1 – pp. 150-158
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