L’esperienza corporea porta allo sviluppo del cervello, connette gli organi di senso alle strutture cerebrali, attraverso i movimenti con l’ambiente che ci circonda, i contatti con gli altri esseri umani, le conoscenze che maturiamo dal punto di vista psicomotorio, immaginativo, emozionare e spirituale (1). Tutto questo comincia da bambini, attraverso il gioco, la relazione con i compagni, la strutturazione della socialità e dei rapporti reciproci con l’altro. Una realizzazione compiuta dei movimenti, in particolare, permette l’apprendimento e l’acquisizione di fondamentali motori, tra i quali la deambulazione. In base a quanto e a come questi processi vengono inficiati, tanto più si assiste a deficit nella maturazione neurologica e l’attivazione, di riflesso di sistemi di compensazione.
Le stimolazioni che il bambino riceve come processi di feedback sviluppano il comparto neurosensoriale e aiutano a camminare meglio il bambino, la deambulazione è l’aspetto più visibile dell’acquisizione del bambino dell’equilibrio nello stare nel mondo (2), basti pensare che il linguaggio, deriva dalle prime comunicazioni a gesti del bambino e la parola si struttura nell’organizzazione motoria attraverso tutto il corpo e proprio il momento in cui il bambino inizia a camminare si comincia a sviluppare nel cervello il centro del linguaggio. Successivamente alla strutturazione della deambulazione il bambino comincia a pronunciare parole intere. Il linguaggio permette allo spirito e alla personalità di strutturarsi anche utilizzando un vocabolario ampio, per una differenziazione delle immagini che nel bambino si creano, necessarie per la memorizzazione di concetti che verrano conosciuti e costruiti più avanti.
Il pensiero si sviluppa attraverso il linguaggio che tanto più è differenziato, ricco, preciso e chiaro, tanto più influente sarà la finezza nel pensiero, che diventerà logico. Il pensiero diviene strutturato quando le immagini vengono memorizzate e messe in relazione tra loro, la cosiddetta immaginazione creativa (3).
Secondo una logica la deambulazione può rappresentare una soluzione rieducativa per i disturbi del linguaggio e del pensiero, una riorganizzazione neurofunzionale. La riorganizzazione neurofunzionale è un metodo basato sullo sviluppo neurosensoriale e permette di:
- un miglioramento della maturazione del sistema nervoso in cado di deficit motorio-cebrale e in caso di autismo, trisomia 21 dislessia, disortofgrafia, balbuzie, disturbi della lateralità, ecc.
- La stimolazione di nuove vie neurologiche in caso di tetraplegia, emiplegia, afasia, ecc.
Non è disconosciuto il fatto che una lesione muscolare e/o nervosa, possa essere rigenerata con un programma di esercizi mentali e fisici (4).
Per collegare l’aspetto orale e dentale, cioè la bocca, all’argomento, bisogna prima comprendere cosa è il fattore neurotropico, ossia un autentico alimento per la cellula, prodotto nel cervello, nel derma, nel fegato, nell’intestino e sintetizzato anche durante l’attività muscolare, sia fine, che grezza. Il fattore nuerotropico ha la particolare capacità di stimolare la proliferazione e la connessione dei neuroni, soprattutto di quelli rimasti in uno stato stazionario di riposo. Le stimolazioni ambientali consentono la maturazione fisiologica del sistema nervoso, per questo gli adulti hanno più sinapsi degli adolescenti, e naturalmente accade che nel corso della vita alcune cellule nervose muoiano e si vengano a creare nuove connessioni.
Per la caratteristica neuroplasticità del sistema, Padovan punta sulle stimolazioni periferiche che offe una possibilità di recupero del sistema nervoso centrale (SNC), più si moltiplicano le porte d’ingresso periferiche dell’organismo, maggiori sono le probabilità di raggiungere il cervello (3).
Qui introduco l’argomento dell’attivatore funzionale: uno strumento funzionale che uso da anni, per problemi di malocclusione, ossia una presa di contatto deficitaria nella chiusura mandibolare, che mi ha risolto molte problematiche, attivando connessioni e modifiche nel corso del tempo anche sulle strutture muscolari.
Figura 1: connessioni tra SNC, ATM, muscoli e occlusione.
Qualunque sia il punto sollecitato, l’occlusione, le articolazioni o i muscoli della mandibola, si attiva una relazione con il cervello e viceversa. Le azioni interdipendenti tra le varie parti esposte dipendono da funzioni neurovegetative, sulle quali l’attivatore lavora e sono dipendenti dal buon funzionamento del SNC, stimolato a sua volta dalle azioni provenienti dal resto dell’organismo.
L’attivatore agisce come stimolatore periferico, mordicchiandolo l’attività muscolare scatena il fattore neurotropico, che stimola i neuroni a riposo a riattivarsi e crea connessioni neurologiche, risveglia l’organismo, sollecita la respirazione, la deglutizione e la masticazione. Come detto prima più stimoliamo la periferia, più aumentano anche le possibilità di recupero neurologico del cervello e l’attivatore agisce proprio così.
La respirazione nasale è un altro tema molto interessante riguardo all’attivatore e prima di introdurre la mia esperienza, cito quello che l’evidenza spiega circa la respirazione nasale e la bocca. Il dottor Macary (5) ha studiato le influenze della respirazione sul volume del cuore osservandone un aumento nel volume della parte destra nei bambini che presentano precocemente una respirazione orale, ciò perchè la respirazione orale a rende il cuore più muscoloso come conseguenza dell’aumento del ritmo cardiaco e per compensare la fatica della trasformazione dell’aria da parte delle vie aeree superiori. Ciò comporta un costante affaticamento delle vie compensatorie cerebrali e del cuore stesso, con conseguente stress d’organo che può portare allo sviluppo di malattie. La respirazione con la bocca viene spesso banalizzata, perchè si dice che il corpo compensa comunque, nascondendo il fatto che la respirazione nasale è la primaria via di respirazione e quella con la bocca viene usata in un secondo momento, quando la quantità di ossigeno che passa dal naso non è più sufficiente al sostegno dello sforzo, con un meccanismo compensatorio, dunque, che interviene solo in un secondo momento, tipico di tutti i meccanismi compensatori del nostro corpo.
Basti pensare all’atleta come intervenga con respirazione di bocca solo successivamente, perchè il cuore è allenato, per cui anche a livello sportivo il lavoro dell’attivatore e più in generale della respirazione nasale, trascurato, è fondamentale, ma pochi ci fanno caso.
Dopo un periodo introduttivo, in cui l’attivatore dava fastidio, ho avvertito dei cambiamenti importanti, la respirazione è migliorata, mi svegliavo riposato, si sono alleviate anche le otiti e le riniti che ricorrevano in certi periodi dell’anno, ma cosa più importante la sensibilità della respirazione nasale e la capacità di afflusso e deflusso d’aria è stato sorprendente. L’aspetto però che mi ha colpito di più è stato il cambiamento della bocca, il suo allargamento, che la lingua, essendo un muscolo, ma con importanti funzioni microsensoriali, ha avvertito incredibilmente e tutt’ora mi stupisce. Dal punto di vista prestativo mi sono accorto di una regolarizzazione del ritmo cardiaco e quando lo metto sento meglio, come se i miei centri nervosi andassero a normalizzare il ritmo cardiaco stesso.
Figura 2: influenze interdipendenti tra SNC, funzioni neurovegetative, organi, e bocca – ATM.
La reciproca interdipendenza tra bocca, organi, pensiero, azione e funzioni è palese e io in parte posso dire che l’ho provata.
Claude Bernard, uno dei padri del metodo scientifico e della medicina sperimentale ha detto: “ la funzione crea l’organo”. Anche il pensiero è influenzato dal lato psico-affettivo, il pensiero modifica la funzione, che dà forma all’organo.
Riferimenti:
- Padovan BAE. Dos Pés à Cabeça (Andar, Falar e Pensar), Botucatu, Chao e Gente (Instituto ELO de Economia Associativa) vol.97 (28), 1997:9-10.
- Steiner R. Educazione del bambino e preparazione degli educatori. Milano Ed. Antroposofica 2002.
- Padovan BAE. La réorganisation neurofunctionelle, Taulignan, Cahiers de Médecine Anthrosophique (Association Médicale Anthrosophique Française) vol.68, 1995:50-64.
- Schneider M. Autoguérison: ma vie, ma vision. Plazac/Rouffignac, Ed. Arista, 1988.
- Macary AF. Myothérapies respiratoires et activateurs. Paris, Othodontie Française, 1952.