Rispetto alla corsa su strada, il trail running è uno sport diverso per via delle distanze di gara, del terreno su cui si svolgono le gare, della durata e dell’ambiente. La corsa su strada si effettua normalmente su strade asfaltate e urbane che tendenzialmente sono più piatte. Al contrario il trail running si svolge principalmente in montagna in cui il terreno è variabile, può variare da strade sterrate lisce a single track, a sentieri tecnici, compresi gli ostacoli come rocce o neve. Tale caratteristica del trail running fa scaturire delle determinanti fisiche e fisiologiche di chi ne affronta i percorsi. I maggiori dislivelli percorsi in salita e discesa conducono ad un cambiamento nella modalità contrazione e ad un aumento del ruolo che la forza muscolare degli arti inferiori gioca come determinante della prestazione, sia per spingere il corpo durante i tratti in salita, sia per resistere al danno muscolare dovuto, alle contrazioni eccentriche, durante le discese.
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Dieta chetogenica: il presente degli sport di resistenza?
Gli sport di resistenza si basano sulla risintesi dipendente dall’ossigeno dell’adenosina trifosfato (ATP), che richiede sia un’adeguato apporto di ossigeno ai mitocondri, sia la disponibilità di carboidrati (CHO) e combustibili lipidici. Gli atleti vincenti mantengono le massime velocità per tutta la durata della loro prestazione. In effetti il ritmo di gara in molti eventi di resistenza (ad esempio, la maratona o lo sci di fondo) comporta una percentuale molto elevata della massima intensità aerobica di un individuo, mentre in attività più lunghe non basate su un’unica e singola prestazione (ad es. Ironman, gare ciclistiche su strada a tappe), le caratteristiche tattiche, del terreno e della stimolazione fisica sul lungo periodo, richiedono fasi a velocità superiore o inferiore. Le caratteristiche chiave degli atleti di resistenza d’élite, maturate attraverso la genetica e l’allenamento, implicano l’interazione di un’alta massima capacità aerobica (VO2 max), elevata capacità ossidativa muscolare ed elevata economia del gesto esercizio-correlato. Le strategie di allenamento e nutrizione mirano a garantire un’adeguata disponibilità e capacità d’integrare l’uso delle riserve di carburante del muscolo per produrre ATP in base alle esigenze della disciplina; un concetto noto come “flessibilità metabolica”. Vi sono prove concrete che l’adattamento a una dieta chetogenica ad alto contenuto di grassi crea sostanziali cambiamenti cellulari nell’aumento della motilità, del trasporto, dell’assorbimento e dell’ossidazione dei grassi durante l’esercizio, anche negli atleti d’élite che si allenano specificamente per ottimizzare i percorsi ossidativi dei grassi stessi. I cambiamenti e il significato vero circa l’uso dei chetoni muscolari sono ancora sconosciuti e sebbene vi siano prove evidenti che l’adattamento chetogenico riduca l’ossidazione dei carboidrati muscolari, i problemi irrisolti sono molti, come la capacità del cheto-adattamento a lungo termine di ripristinare il contenuto di glicogeno muscolare a livelli normalmente associati a una dieta ricca di CHO e la compromissione della capacità del muscolo di usare il glicogeno per l’ossidazione. Ciò è importante poiché l’ossidazione dei CHO fornisce una fonte di energia più efficace ed efficiente quando l’apporto di ossigeno diventa limitante.