La sensazione del cuore che batte nel petto in cima a una collina testimonia il condizionamento che la corsa fornisce al sistema cardio respiratorio ed è anche un ottimo allenamento per i muscoli. L’allenamento in salita e in discesa aumenta la potenza dei muscoli degli arti inferiori e può essere utilizzato come transizione verso un lavoro di velocità più formale, migliora le prestazioni del cuore e utilizza i muscoli degli arti inferiori, di quelli superiori e delle braccia e del tronco in modo diverso rispetto alla corsa in pianura. Di seguito alcuni studi che rendono al meglio come la corsa eseguita in collina aiuta e migliorare il sistema cardiaco e respiratorio. Consiglio anche ai colleghi e in particolare ad un medico di Pronto Soccorso, di leggere tali articoli e di aggiornarsi sugli effetti dell’esercizio fisico sul cuore, al fine di evitare considerazioni che possano essere a scredito del ruolo stesso che si riveste.
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La menopausa altera gli adattamenti aerobici all’HIIT
La menopausa è una parte normale della vita di una donna ed è stata associata ad un indebolimento della funzione cardiovascolare a riposo. Questi effetti legati alla menopausa includono un rimodellamento concentrico del ventricolo sinistro (VS), una bassa funzione diastolica e un aumento della pressione sanguigna.
HIIT di tipo aerobico stimola miglioramenti nella capacità aerobica massimale e nella funzione del VS, rispetto al tradizionale allenamento moderato continuo (MICT).
La gittata cardiaca è aumentata sia in pre, che post menopausa dopo allenamento, ma non la frequenza cardiaca massima.
La principale implicazione pratica di questo studio è il minore aumento della capacità aerobica massima osservato nelle donne di mezza età in post-menopausa dopo 12 settimane di allenamento aerobico ad alta intensità, rispetto alle donne di mezza età in pre-menopausa.
I risultati suggeriscono che la limitazione all’adattabilità aerobica nelle donne in post-menopausa sono probabilmente dovute a cause periferiche (distribuzione arteriosa, scheletrica, muscolare e/o del volume sanguigno), piuttosto che fattori centrali (cardiaci).
Gli autori sostengono che il maggiore volume di sangue osservato nelle donne in pre-menopausa dopo l’esercizio potrebbe essere stato sostenuto da una maggiore capacità vaso dilatatoria nelle donne in pre-menopausa, rispetto alle donne in post-menopausa.
Poiché la capacità aerobica massima è un importante biomarcatore prognostico per le malattie cardiovascolari, i risultati indicano che la menopausa riduce la capacità di una donna di mezza età di modificare il suo rischio di malattie cardiovascolari con l’esercizio.
Una migliore comprensione degli adattamenti all’allenamento fisico nelle donne di mezza età migliorerebbe le raccomandazioni pubbliche per gli interventi sullo stile di vita per migliorare la fitness cardiorespiratoria, il che ha implicazioni per la salute a livello globale nella popolazione femminile.
Informazioni sull’impatto della disidratazione sul flusso sanguigno e sul metabolismo durante l’esercizio
Il termine “disidratazione” indica una perdita di liquidi corporei (equivalente a una perdita di massa corporea di circa 3% –5%) in combinazione con aumenti della temperatura corporea interna (ipertermia). La disidratazione attenua la sudorazione e il flusso sanguigno cutaneo e riduce l’attività muscolare, il flusso sanguigno sistemico e la pressione arteriosa media, traducendosi in un aumento significativo del tasso di accumulo di calore corporeo, ipertermia centrale e sforzo fisiologico. Una compromessa perfusione muscolare quando si è disidratati o ipertermici porta ad una catena di eventi volti all’affaticamento a causa della sua negatività d’impatto sull’approvvigionamento di ossigeno. Gli effetti dannosi della disidratazione e dell’ipertermia non sono uniformi tra i tessuti del corpo umano e in una gamma d’intensità e modalità di esercizio. Il modello di Trangmar S.J. e altri evidenzia che la disidratazione progressiva indotta dall’esercizio fisico, con concomitante ipertermia, può portare a una perfusione compromessa a più tessuti e organi. Tuttavia l’entità dell’impatto della disidratazione sulla funzione fisiologica dipende dal livello di disidratazione, dall’intensità dell’esercizio e dalle condizioni ambientali. Il flusso sanguigno attraverso il cuore, i muscoli attivi e il cervello è elevato con la disidratazione, a riposo e durante l’esercizio con muscoli isolati o di bassa intensità. Tuttavia durante l’esercizio fisico intenso o prolungato di tutto il corpo (>60% V̇O2max), il cervello, i muscoli attivi e il flusso sanguigno sistemico sono compromessi, associati meccanicamente a una maggiore attività vasocostrittrice, ritorno venoso soppresso e riempimento cardiaco. La diminuzione della perfusione regionale e sistemica ha effetti diversi sul metabolismo dei tessuti ed è un probabile precursore dell’affaticamento precoce.