Il fitness cardiorespiratorio definisce la capacità e la funzionalità integrata del corpo di fornire ossigeno ai muscoli e di utilizzarlo per generare energia per supportare l’attività muscolare durante l’esercizio. Sono ampiamente riconosciuti anche i benefici per la salute dei giovani sono ampiamente riconosciuti, ma spesso interpretati erroneamente attraverso valutazioni fallaci e interpretazioni ingannevoli. Nessuna singola variabile fisiologica descrive completamente il fitness cardiorespiratorio giovanile, ma il picco di consumo di ossigeno, consumato durante un test di esercizio progressivo fino all’esaurimento, limita la capacità di eseguire esercizio aerobico, ed è riconosciuto a livello internazionale come la misura “gold standard” del fitness cardiorespiratorio giovanile. Il picco di VO2 è la variabile fisiologica più studiata nella storia della fisiologia dello sviluppo dell’esercizio, ma nonostante oltre otto decenni di studio intensivo, la comprensione dello sviluppo del picco VO2 nella crescita e nella maturazione è sia confusa, che controversa. L’interpretazione del fitness cardiorespiratorio è stata mal definita nell’ultimo decennio da pubblicazioni che predicevano il picco di VO2 dalle prestazioni sui test di corsa navetta a 20m, test navetta di Leger, conosciuto anche come multi-stage fitness test o beep test, come surrogato del fitness cardiorespiratorio giovanile. La prestazione del test navetta non è una misura fisiologica del fitness cardiorespiratorio, ma una funzione della volontà e della capacità degli individui di “trasportare la propria massa corporea” tra due linee a 20 metri di distanza, tenendo il passo di segnali acustici, che richiedono la velocità di corsa, con un aumento ogni minuto. I cambiamenti dipendono da cambiamenti specifici per ogni individuo, con tempi e modi diferenti, per cui classificare i giovani in età prepuberale, puberale e postpubertale di età compresa tra 8 e 18 anni, sulla base di un singolo valore proporzionale del picco di VO2, non ha senso e potenzialmente non è benefico per bambini e adolescenti.
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La corsa su tapis roulant non motorizzato è più dispendiosa a livello cardiometabolico rispetto alla corsa su terreno e su tapis roulant motorizzato
Lo scopo di questo studio di Edwards R.B. e altri della “School of Exercise Science” (Australian Catholic University, Melbourne) è stato quello di confrontare le esigenze cardiometaboliche della corsa su un tapis roulant non motorizzato curvo, con la corsa su terreno e il tapis roulant motorizzato. Il decremento dell’economia di corsa osservato durante la prova su tapis roulant curvo non motorizzato era correlato negativamente alla massa corporea, indicando che i corridori più leggeri dovevano lavorare a un’intensità relativa maggiore per superare la resistenza de nastro del tapis roulant. Questi dati dimostrano la maggiore richiesta cardiometabolica associata alla corsa a una data velocità sul tapis roulant curvo non motorizzato. È fondamentale che queste differenze vengano prese in considerazione quando si prescrivono le intensità di allenamento sul tale tapis roulant o si traducono i dati di laboratorio verso l’ambito di preparazione atletica.
L’affaticamento dei muscoli respiratori altera le prestazioni del ciclismo e l’affaticamento dei muscoli locomotori
Le contrazioni intense e ripetute del muscolo scheletrico possono portare a una riduzione temporanea della capacità del muscolo di generare forza, cioè ad affaticamento muscolare, come accade nel ciclismo. Più specificatamente l’affaticamento muscolare è stata dimostrato alla fine dell’esercizio ad alta intensità, suggerendo che esista una “soglia critica” di fatica che limiti le prestazioni all’esercizio. Prevenire il superamento di questa soglia critica da parte dei muscoli locomotori, diminuisce l’output motoneuronale e la produzione di energia durante l’esercizio respiratorio. Nello studio è dimostrato che l’affaticamento muscolare respiratorio altera la percezione sensoriale durante l’esercizio, portando a una diminuzione della potenza. La riduzione della produzione di energia durante l’esercizio globale diminuisce la perturbazione metabolica e attenua l’affaticamento dei muscoli locomotori. Questi risultati indicano che il sistema respiratorio influenza il limite di tolleranza sensoriale ed è parte integrante di un ciclo di feedback globale che regola la prestazione fisica e lo sviluppo dell’affaticamento muscolare locomotore.
L’effetto della cadenza della pedalata sull’ossigenazione dei muscoli durante un esercizio ad intensità moderata
La modifica della cadenza di pedalata durante l’esercizio ad intensità moderata influisce su una serie di risposte fisiologiche: a una potenza costante e moderata, l’aumento della cadenza provoca un aumento della frequenza cardiaca (FC), del consumo di ossigeno (VO2), della produzione di anidride carbonica (VCO2) e del tasso di percezione dello sforzo e del lattato. Elevate cadenze di pedalata aumentano la domanda metabolica dei muscoli scheletrici, che fino a un certo punto può essere compensata da un corrispondente aumento della funzione cardiorespiratoria. Al contrario basse cadenze di pedalata aumentano la pressione intramuscolare durante il periodo di contrazione muscolare, con un effetto dimensionale associato alla forza generata dalla contrazione muscolare. Questo fenomeno riduce o impedisce, temporaneamente, la perfusione sanguigna nel muscolo in contrazione e nei tessuti a valle. Inevitabilmente durante l’esercizio ciclistico le basse cadenze sono anche associate a periodi di rilassamento muscolare proporzionalmente più lunghi, quando la perfusione è aumentata. Al momento non è chiaro se il periodo di contrazione più lungo e le maggiori forze del pedale a una cadenza inferiore possano determinare un’ossigenazione inadeguata dei muscoli.
Formenti e altri in questo studio hanno rilevato che aumentare la cadenza oltre una data soglia ad un’intensità di esercizio moderata vicino alla soglia ventilatoria è meno efficiente dal punto di vista energetico e che una cadenza elevata può compromettere l’ossigenazione muscolare durante l’esercizio ciclistico.
Alla scoperta dei benefici dei funghi: CORDYCEPS
Il Cordyceps è un genere di fungo parassita che si trova sull’altopiano Qinghai-Tibetano della Cina ad un’altitudine di circa 3000 metri. Quando questi funghi attaccano il loro ospite, ne sostituiscono il tessuto e germogliano steli lunghi e sottili che crescono al di fuori del corpo dell’ospite. I resti sono raccolti a mano, essiccati e utilizzati nella medicina per la stanchezza, malattie renali e anche il basso desiderio sessuale. Delle oltre 400 specie di Cordyceps scoperte, due sono diventate il fulcro della ricerca: Cordyceps sinensis e Cordyceps militaris. Gli integratori e i prodotti contenenti estratto di Cordyceps sono diventati sempre più popolari per via dei loro numerosi presunti benefici per la salute e sintetizzati nel composto noto con la formula CS-4. Studi su animali e di laboratorio suggeriscono che il Cordyceps ha il potenziale per migliorare la salute del cuore e combattere l’infiammazione, il cancro, il diabete e l’invecchiamento, anche se le ricerche sull’uomo sono limitate, così come ci sono stati studi sull’uomo sugli effetti del Cordyceps sulla prestazione fisica ed è stato scoperto che i funghi aumentano potenzialmente l’uso di energia e ossigeno durante l’esercizio.
Gli Effetti di 6 settimane di allenamento tradizionale di forza (TRT) vs allenamento intervallato di forza alta intensità (HIIRT) sulla composizione corporea, sulla potenza aerobica e sulla forza nei giovani
L’allenamento di forza è un elemento importante dei protocolli di esercizio, utilizzato principalmente per migliorare la forza muscolare e l’ipertrofia. Inoltre può influenzare il dispendio energetico a riposo e il metabolismo dei grassi, contribuendo al processo di perdita di peso. La mancanza di tempo è uno dei principali ostacoli a una pratica costante dell’attività fisica, per questo il concetto di “allenamento intervallato ad alta intensità” (HIIT) è diventato così popolare. Questo tipo di allenamento viene utilizzato principalmente con l’esercizio aerobico e consente di ottenere i massimi risultati in un tempo di sforzo relativamente breve. Negli ultimi dieci anni l’HIIT è stato ampiamente studiato e sono stati definiti diversi protocolli, ma tutti sono caratterizzati da brevi fasi d’esercizio ripetute alternate a fasi di esercizio o recupero a bassa intensità. I risultati del presente studio suggeriscono che i giovani adulti non esperti possono eseguire in sicurezza l’allenamento intervallato di forza ad alta intensità (HIIRT).
HIIRT aumenta la massa muscolare e la forza muscolare in una seduta di allenamento più breve. Un protocollo che consente di ottenere livelli adeguati di massa muscolare e prestazioni e allo stesso tempo garantisce un elevato tasso di adesione risulta essenziale per promuovere uno stile di vita sano. HIIRT sembra essere un’ottima alternativa per condensare un allenamento in poco tempo.
HIIT con Kettlebell vs SIT su Bici: Due Allenamenti a Confronto
Una comparazione tra due esercizi in modalità HIIT: due modalità ad alta intensità in un nuovo e più efficace scenario di allenamento; un nuovo progetto di allenamento HIIT con kettlebell e un metodo di alta intensità su cicloergometro che possono indurre risposte fisiologiche per migliorare la la funzionalità cardiorespiratoria e metabolica.
Un protocollo che dovrebbe essere preso in considerazione dai professionisti (ad es. personal trainer, specialisti della forza e del condizionamento) per essere integrato nei programmi di allenamento per atleti o clienti.
Ciclismo: l’importanza di un allenamento globale
Testo integrale e integrante che sfoglia e scopre, grazie a importanti appoggi bibliografici, importanti sfaccettature dell’allenamento nel ciclismo. Non troverete nulla su tabelle di endurance, ma particolari dell’allenamento globale che un ciclista dovrebbe seguire, per migliorare la propria condizione fisica e prestativa. L’importanza di una visione globale del modello prestativo, con particolari sulla biomeccanica, sulla postura, sull’allenamento ad alta intensità HIIT, sull’allenamento del core e sullo stretching e molto altro.
Lo sci alpino come un allenamento ad alta intensità invernale
L’allenamento ad alta intensità è un’alternativa efficiente ed efficace in termini di tempo, rispetto al tradizionale allenamento di resistenza continua, inducendo cambiamenti simili o addirittura superiori in numerosi marcatori fisiologici e prestazionali. La “mancanza di tempo” è una delle barriere più comunemente citate verso l’allenamento regolare. Questo studio dimostra come trasformare una giornata di sci per l’amatore, ma anche per lo sportivo e l’atleta, in una sessione “on ski” con programmi ad alta intensità e rappresenta una frontiera nuova, attraente e molto produttiva, rispetto all’allenamento tradizionale.
La valutazione funzionale nello sci alpino: metodi e studi su atleti di alto livello.
Lo sci alpino è la mia grande passione sin dall’età di tre anni quando ho messo il mio primo paio di sci ai piedi. La strada che ho affrontato da lì in avanti è stata emozionante e avvincente piena di momenti vivi, di avventure e di gare ad un buon livello. Tramite la valutazione funzionale si stabiliscono fondamentali caratteristiche fisiche di un soggetto. In particolare le valutazioni eseguite sugli atleti sono valutazioni specifiche effettuate in base alle capacità che questo deve possedere per potersi esprimere al meglio durante la prestazione. Gli esami fisici sugli sciatori vengono condotti per studiare le qualità di forza, i valori di potenza aerobica e anaerobica, il tasso di lattato dopo un test di sforzo e i parametri posturali e danno riscontri positivi e validi sia per la preparazione iniziale sia per quella affrontata durante il corso di tutta la stagione agonistica. Molti studi hanno attestato quali siano i parametri fondamentali accertabili dalla prestazione sportiva, da test specifici o tramite ricerche fisiologiche.